Il servizio di leva
Ho prestato servizio nel 1965-1966 come sottotenente presso il btg. Susa a Pinerolo. Vorrei riscontrare la lettera di Flavio Manfredi (si tratta forse dell’allora tenente Manfredi, poi generale, anche lui in servizio al medesimo btg. Susa? Se è così, lo saluto con tanta amicizia). Bene, in quel periodo si preparava la spedizione a Bardufoss in Norvegia per una esercitazione Nato in un sito e stagione (marzo) in cui potevano verificarsi rigidissime temperature tipo Russia.
TRENTO – La casa dell’amicizia
A settembre 2013 gli alpini di Trento decisero di partire con il grande progetto di costruzione della “Casa dello Sport Tina Zuccoli” in quel di Rovereto Secchia, comune di Novi (Modena), uno dei paesi maggiormente colpiti dal terremoto del 2012. C’era tuttavia un’incognita: la costruzione sarebbe riuscita a diventare un centro di aggregazione utile a tutta la comunità? Oppure sarebbe stata solo una cattedrale nel deserto?
I nuovi mezzi di comunicazione
Mi ha particolarmente coinvolto la lettera, su L’Alpino di febbraio di Ermanno Germanetti che ha affrontato un argomento sempre più ostico, quello della comunicazione. Personalmente mi permetto di esprimere una mia opinione in proposito. Sono un vecio alpino e di conseguenza non certo figlio di questo moderno mondo di comunicazione così tecnologicamente, velocemente e freneticamente avanzato.
TORINO – Sempre pronti!
Gli alpini del Gruppo di Santena, fedeli al loro motto “Sempre prunt se a’ niè damamca” (sempre pronti se ce ne è bisogno), ha festeggiato il suo 85º anno di fondazione. Protagonista insieme alle tante penne nere c’era, immancabile, il grande tricolore a testimoniare l’amor di Patria. Due giorni vissuti intensamente, iniziati con la Messa per ricordare gli alpini del Gruppo “andati avanti”. Sono così ritornati in mente tanti volti, i vari aneddoti e i tanti sorrisi dei soci che con amicizia, impegno e lavoro hanno scritto la storia del Gruppo.
Quello che il Piave racconta
La 90ª Adunata celebra quest’anno la sua storia sulle rive del Piave. Non importa se al di qua o al di là, se a destra o a sinistra. Questa è materia per i benevoli sfottò di chi popola le sue sponde. Per i fatti qui accaduti e per la coscienza civile del Paese, il Piave fu il sussulto di coscienza dopo la sconfitta di Caporetto. Come ha scritto il giornalista Cazzullo, qualche tempo fa, «furono il Piave, il Grappa a trasformare una guerra che era meglio non fare, in una guerra fondativa.
Parole che lasciano il segno
Da alcuni anni partecipo come relatore alla Giornata del Tricolore nelle classi terze della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) e da un paio di anni facciamo coincidere la giornata con la visita al Museo della nostra Sezione.
Scritti… con la divisa
Siamo ancora con l’alpino Luigino della compagnia Comando del battaglione Gemona, che, avendo l’incarico di “Informatore”, deve sapersi muovere in ogni ambiente, compreso quello invernale, per raccogliere informazioni utili al reparto. Ecco perché viene mandato a Sappada per il corso sci. Pochi giorni dopo scrive ai “Carissimi genitori, sorelle e zii”.
Non solo monumenti di pietra
Sono stato a Caporetto. Un’esperienza profondamente toccante che ha suscitato in me un forte desiderio di condivisione. Raggiungiamo Cividale del Friuli con un cielo grigio e piovoso. Proseguendo oltre il confine arriviamo a Kobarid, Caporetto nella Prima Guerra Mondiale.
I disservizi postali
Mi permetto di scriverle a seguito di quanto letto nell’articolo di Matteo Martin inerente la postalizzazione della rivista L’Alpino e relativi disservizi. Parto dal presupposto che da un po’ di tempo a questa parte segnalo tali disservizi anche raccogliendo alcune lamentale degli iscritti al Gruppo, peraltro ho letto anche questo mese L’Alpino on line. Lo stesso vale per la rivista sezionale Lo Scarpone Orobico.