A Kabul il comando di Corpo d’Armata NATO
Dal 14 gennaio il comando del Corpo d’Armata di reazione rapida della NATO di stanza a Solbiate Olona e comandato dal gen. C.A. Giorgio Battisti, alpino, è a Kabul, sede del comando della Forza multinazionale impegnata in Afghanistan, del quale il gen. Battisti ricopre l’incarico di Capo di Stato Maggiore. In Afghanistan il contingente multinazionale ISAF è costituito da reparti di ben 50 diversi Paesi, della NATO e non, impegnati nel controllo del territorio e nell’assistenza alla popolazione.
Quel giorno da alpino
Con riferimento all’encomiabile iniziativa alpina di “Quel giorno da alpino che non potrò mai dimenticare”, volevo sottoporre alla sua cortese attenzione la possibilità di raccogliere in un numero unico (o più numeri) tutti i racconti arrivati in sede.
In breve – febbraio 2013
Notizie in breve.
SE RIESSO ANDAR CASA
Livio Rappo, il figlio di Ottorino, ha lavorato tre anni per portare a termine il diario del padre. I figli avevano cercato invano di convincerlo a scrivere le sue memorie, ma solo in occasione di una controversia legata alla mancata erogazione della pensione di guerra, Ottorino prese carta e penna ed elencò ogni singolo dato e avvenimento della sua vita militare, per dare la prova che in guerra c’era stato. Dopo la sua morte, utilizzando quegli appunti, il figlio è riuscito a dar corpo al volume, inizialmente realizzato in sei copie artigianali da donare ai fratelli. Il libro è stato presentato a Bosco di Nanto (Vicenza) da Manuel Grotto - sua la prefazione - che ha illustrato nei dettagli la Campagna di Russia. |
VICENZA – Alla Val del Guà “Avanti Savoia!”
La 2ª adunata alpina della Val del Guà si è svolta con un ricco programma, pensato dagli alpini della zona, ben sostenuti dalla sezione di Vicenza e con l’apporto dello storico Gianni Periz, organizzatore di un interessante convegno al cinema Eliseo di Lonigo. C’è stata una grande affluenza di scolaresche, presenti non solo al convegno, ma anche per l’apertura della Villa Bedeschi-Bonetti di Bagnolo, dove il locale gruppo ANA per tutto il giorno ha accolto con simpatia amici, alpini e turisti, organizzando delle visite guidate.
Rinuncia alla vita per regalarla a un altro
Walter aveva sessantotto anni, faceva il pastore in Val Divedro, in terra di confine con la Svizzera. Un mestiere appreso dal nonno. Vita semplice e dura, sentimenti di cristallo, purezza montagnina. Alpino. Un uomo di sobrietà antica, mai nulla da chiedere, sempre molto da dare. Abitudinario, contemplativo, disponibile. A chi capitava d'incontrarlo sugli alpeggi, e di chiedergli incuriosite notizie sul suo insolito travaglio, rispondeva esaustivo, con la paziente lentezza della cultura contadina. Parole sagge, spicce, utili. Walter viveva da solo, ma senza patire la solitudine. Amici, benevolenza, riconoscimenti.
UDINE – Buttrio: di corsa, per solidarietà
Una solidarietà continua. La stanno praticando gli alpini del gruppo di Buttrio guidato da Ennio Dal Bo, con impegno, fantasia e tanta voglia di aiutare. Si sono inventati una corsa e hanno contattato diversi sponsor. Hanno aggiunto il ricavato di manifestazioni più o meno gastronomico-ricreative ed hanno raccolto complessivamente qualcosa come 95mila euro da sette anni a questa parte, da quando, cioè, è iniziata l’operazione “Solidarietà”.
“Signore delle cime”
Mi ha lasciato allibito la critica di un lettore di Bergamo, comparsa sul n. 1/2013 de L’Alpino relativa alla canta “Signore delle cime”. Alpini o alpinisti? Non ha capito l’autore che la montagna rappresenta i tanti problemi e le tante fatiche della vita per cui ognuno di noi ogni giorno combatte, ogni giorno si impegna per superarne le difficoltà, fino a consumarsi la vita.
IL MIO “SEGRETO” DIARIO DI GUERRA
L’autrice, diciottenne, vive a Bolzano durante la seconda guerra mondiale e racconta nel suo diario disagi, fame, bombardamenti e la difficile condizione di una città dove convivono persone di lingua tedesca e italiana. Il diario lascia poi il posto ad uno scambio epistolare tra l’autrice e i familiari, dopo il suo abbandono della città e la separazione dai genitori a causa del conflitto, e si conclude con il primissimo dopoguerra. |
Una P.C. dell’ANA a Napoli
Nel numero di dicembre il “diavoletto” che sempre agisce all’interno delle segreterie ha colpito ancora, facendo sì che nella trasmissione di documenti alla redazione de L’Alpino scomparisse la parte che trattava delle Sezioni del 4° Raggruppamento che, al contrario, hanno attivamente partecipato alle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal sisma della pianura Padana. Diamo ora la doverosa informazione sulla loro partecipazione.
SALÒ – Il rifugio intitolato a Giuseppe Granata
Il rifugio degli alpini della sezione di Salò, situato a Campèi de Sìma, ha preso il nome di “Rifugio Giuseppe Granata”. La struttura è stata intitolata all’ex presidente sezionale scomparso all’inizio di gennaio, promotore del recupero delle vecchie malghe di Campèi per ricavarne un rifugio alpino che dal 2000 accoglie le iniziative degli alpini della Sezione.
Sulle piste afgane, con gli alpini
Cielo azzurro, montagne brulle e villaggi di fango e paglia che si mimetizzano con l’ambiente circostante. Oggi, nell’anno 1391 del calendario persiano, l’Afghanistan cerca a fatica di uscire dal suo medioevo, formato da feudi in cui i capi tribù hanno diritto di vita e di morte e un potere su ogni cosa, contrastato a fatica e a corrente alternata dal governo centrale della Repubblica islamica e dalle sue leggi. Da un decennio le forze multinazionali di Isaf, con l’Italia in prima linea, sono impegnate a contrastare gli insorti, appartenenti a organizzazioni militarizzate della criminalità o del fondamentalismo che lottano per evitare qualsiasi progresso sociale, tecnologico o economico. Perché progresso significa perdere il controllo del potere e dei propri traffici.