Omaggio a don Gnocchi e Perrucchetti

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Le manifestazioni di oggi hanno anticipato l’apertura ufficiale dell’Adunata e sono state dedicate a due grandi personaggi cari agli alpini: don Carlo Gnocchi e il gen. Giuseppe Perrucchetti.

Nel primo pomeriggio al santuario di via Capecelatro a Milano, dove sono custodite le spoglie del cappellano, i vertici dell’Associazione Nazionale Alpini hanno reso omaggio al Beato don Gnocchi. La sfilata di domenica 12 maggio passerà proprio sotto la statua di don Carlo, tra le guglie del Duomo, evidenziata dalla presenza di un gagliardetto gigante. E l’attenti degli alpini in via dell’Arcivescovado sarà proprio in onore del loro amato cappellano.

Nel pomeriggio i vertici dell’Associazione Nazionale Alpini si sono trasferiti a Cassano d’Adda, città natale del gen. Perrucchetti, il fondatore degli alpini. Una delegazione composta, tra gli altri, dal presidente dell’Ana Sebastiano Favero e dal sindaco Roberto Maviglia si è recata al cimitero per un omaggio alle tombe di Perrucchetti e Bazzi (famoso illustratore e pittore italiano, alpino, reduce della Grande Guerra). Sono seguite le cerimonie in Piazza Perrucchetti, al Monumento dedicato al Generale.

DON GNOCCHI

Terminata la campagna nei Balcani, dopo un breve intervallo a Milano, nel ’42 don Carlo riparte per il fronte, questa volta in Russia, con gli alpini della Tridentina. Nel gennaio del ’43 inizia la drammatica ritirata del contingente italiano: don Carlo, caduto stremato ai margini della pista dove passava la fiumana dei soldati, viene miracolosamente raccolto su una slitta e salvato.

È proprio in questa tragica esperienza che, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, matura in lui l’idea di realizzare una grande opera di carità che troverà compimento, dopo la guerra, nella Fondazione Pro Juventute.

Ritornato in Italia nel 1943, don Carlo inizia il suo pietoso pellegrinaggio, attraverso le vallate alpine, alla ricerca dei familiari dei caduti per dare loro un conforto morale e materiale. È proprio in questa tragica esperienza che, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, matura in lui l’idea di realizzare una grande opera di carità che troverà compimento, dopo la guerra, nella Fondazione Pro Juventute.

Nell’inverno del 2004, è stata completata l’istruttoria supplementare diocesana, chiusa solennemente dal cardinale Dionigi Tettamanzi, per l’analisi di un presunto evento miracoloso segnalato alla segreteria della Postulazione della Causa. Nel gennaio del 2009 Papa Benedetto XVI ha firmato il decreto che attribuisce a don Gnocchi il miracolo che ha visto protagonista Sperandio Aldeni, artigiano elettricista e alpino bergamasco, incredibilmente sopravvissuto a una mortale scarica elettrica.

Era l’ultimo passo, il più atteso, che ha ufficialmente sancito la beatificazione di don Gnocchi, celebrata a Milano, in piazza Duomo, domenica 25 ottobre 2009, alla presenza di oltre 50 mila fedeli, molti dei quali alpini.

GIUSEPPE DOMENICO PERRUCCHETTI

Giuseppe Domenico Perrucchetti (Cassano d’Adda, 13 luglio 1839; Cuorgnè, 5 ottobre 1916) si arruolò volontario e combatté nel 1859 con il Regno di Sardegna nella seconda guerra di indipendenza. Nel 1861 fu nominato sottotenente dei bersaglieri alla Regia Militare Accademia di Ivrea e nel 1866 si guadagnò la Medaglia d’Argento nella battaglia di Custoza e la promozione al grado di capitano. Nel dicembre 1871 il cap. Perrucchetti sottopose al proprio diretto superiore, il generale Giuseppe Salvatore Pianell, uno studio su “La difesa di alcuni valichi alpini e l’ordinamento militare territoriale della zona di frontiera”.

Il lavoro fu visionato in un secondo tempo dal comandante del Corpo di Stato Maggiore, generale Parodi, e fu pubblicato sulla “Rivista Militare” nel maggio 1872, pochi mesi prima del 15 ottobre, giorno in cui il Re d’Italia Vittorio Emanuele II firmava a Napoli il decreto di costituzione del Corpo degli alpini. Il lavoro di Perrucchetti si aggiunse e diede decisivo impulso ad un articolato dibattito sulla difesa delle Alpi e sull’esigenza di costituire unità speciali per la guerra in montagna, a reclutamento locale, che durava dal 1866.