Quel falco cecoslovacco che volò con l’aquila degli alpini

0
404

Nel convegno “Sokol, Penna e Pugnale”, organizzato dal Comitato per il Centenario del gruppo Alpini Milano Centro il prossimo 6 aprile nella Sala dei Comandanti del Centro Documentale Esercito di Milano (Via Vincenzo Monti, 59 – ore 9.30-13.30), verrà rivisitato e onorato il ruolo della Legione cecoslovacca durante la Prima Guerra Mondiale a fianco delle nostre penne nere.

 

È uno degli angoli meno “illuminati” della Grande Guerra, noto agli storici ma assai meno al più vasto pubblico. Eppure nel conflitto di un secolo fa, che fu “grande” anche perché sconvolse e rivoluzionò i canoni classici delle battaglie con strumenti di inusitata potenza distruttiva (nuovi aerei, nuovi carri armati, nuove bombe a mano, lanciafiamme e dispersori di gas venefici), trovarono collocazione, fra le poderose armate contrapposte, anche le agili Legioni cecoslovacche, espressione di un anelito indipendentista dal dominio austro-ungarico ed embrione militare di un nascente Stato autonomo collocato fra Polonia e Ungheria.

Una di queste legioni cecoslovacche, formata da disertori e prigionieri, venne costituita anche in Italia e partecipò alla battaglia del Solstizio del 1918 (sul fronte del Piave), combattendo con molto valore e contribuendo fattivamente alla vittoria italiana.

Raccontano i testi di storia che la divisione “czeco-slovacca” (più comunemente ricordata come “Legione”), fu istituita il 21 aprile 1918 mediante una convenzione tra il Presidente del Consiglio italiano Vittorio Emanuele Orlando e il generale Milan Rastislav Stefánik, in rappresentanza del Comitato nazionale ceco-slovacco di Parigi, e giuridicamente sottoposta all’autorità di quest’ultimo organismo. Ciò equivalse al suo riconoscimento come governo “de facto” e in tal modo l’Italia precedette gli Alleati nel dare legittimità alla costituenda Ceco-Slovacchia. Štefánik ricevette la bandiera di combattimento nel corso di una solenne cerimonia all’Altare della Patria il 24 maggio alla presenza delle massime autorità.

La Legione raggruppò circa 18.000 uomini, tra prigionieri e disertori, che erano stati dislocati in vari campi dell’Italia centrale, meridionale e in Sicilia. Essa combatté valorosamente nella decisiva battaglia del Solstizio, distinguendosi successivamente sul Doss Alto in Trentino il 21 settembre. Una scia di sangue nel corso di quei mesi segnò la presenza dei militari cechi e slovacchi, che, se caduti in mano al nemico, venivano immediatamente giustiziati come traditori. L’episodio più tragico avvenne sul Piave alla vigilia dell’offensiva austriaca tra il 14 e il 15 giugno quando quindici appartenenti alla Legione vennero catturati, portati a Conegliano, processati e poi in parte fucilati e in parte impiccati. La città veneta ha ora intitolato una via ai Martiri cecoslovacchi.

Per disposizione dello Stato Maggiore italiano ai legionari vennero riconosciuti due simboli di valore dell’esercito: il cappello alpino ed il pugnale degli arditi. Su cappello, al posto dell’aquila, i legionari cucirono il falco, il sokol, lo stesso che dava il nome alla storica associazione sportiva, culturale e politica fondata a Praga da Myroslav Tirš e JindřichFügner. I legionari in Italia vestivano l’uniforme italiana e portavano mostrine biancorosse, i colori nazionali cecoslovacchi, senza stellette.

Alla fine del conflitto, al comando del generale Luigi Piccione, i legionari tornarono nella patria finalmente libera e indipendente – la Cecoslovacchia nata il 28 ottobre 1918 – per difenderne i confini, a sud dagli ungheresi, a nord dai polacchi.

Štefánik, ministro della Guerra della nuova repubblica, ritornando in patria a bordo di un aereo italiano, morì nel Caproni precipitato in fase di atterraggio nei pressi di Bratislava.

Lui vivo, i rapporti fra l’Italia e la Cecoslovacchia avrebbero forse preso una piega diversa da quella filo-francese impressa dai governanti di Praga.

Di tutto questo si parlerà il prossimo 6 aprile nel Convegno dedicato alla Legione cecoslovacca, un convegno di elevato spessore storico animato da relatori molto competenti: Gianluca Pastori docente della Università Cattolica di Milano, Sergio Tazzer presidente del Cedos Grande Guerra, Josef Špànik consigliere dell’Ambasciata della Repubblica Ceca, Colonnello (par.) Cristiano Maria Dechigi Capo Ufficio Storico dello SME, il Tenente Colonnello (r) Vincenzo Ciaraffa scrittore e ricercatore. Moderatore della giornata di studi sarà il Professor Gastone Breccia, docente dell’Università di Pavia.

Il notevole interesse suscitato dal Convegno è comprovato da adesioni e attestati di stima pervenuti con largo anticipo.

Franco Anelli, Magnifico rettore della Cattolica, così si è espresso: «Sono lieto di concedere il patrocinio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’autorizzazione all’uso del logo. Ho delegato a portare il saluto dell’Ateneo il professor Massimo de Leonardis, ordinario di storia delle Relazioni e delle Istituzioni internazionali e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche».

E pure Hana Hubáčková, ambasciatore della Repubblica Ceca, ha “sposato” con entusiasmo l’iniziativa del Comitato per il Centenario degli Alpini milanesi del gruppo “Giulio Bedeschi”. Questo si legge nella lettera inviata al nostro Renzo Giusto, coordinatore del comitato scientifico: «L’Ambasciata della Repubblica Ceca in Italia dedica una grande attenzione agli eventi di commemorazione del centesimo anniversario della Grande Guerra e della nascita della Cecoslovacchia. Per me è un grande onore concedere il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Ceca in Italia al Convegno sulla Legione cecoslovacca dal titolo “Sokol, Penna e Pugnale”».

Programma »