Il tempo, l’incuria e, non ultimo, le lotte fra le varie signorie avevano ridotto l’antica chiesa della Rondinaia, sull’Alto Bidente (nel Comune di Bagno di Romagna) ad un rudere. La sua storia risale al Medioevo, ed è un tutt’uno con quella, ricchissima, del territorio. Dal 2000, per tre anni, gli alpini dei gruppi romagnoli, della sezione Bolognese-Romagnola con la collaborazione di alcuni alpini toscani, l’aiuto di amici, enti, associazioni e vari donatori, hanno ricostruito la chiesa e la foresteria per farne il “Memoriale Romagnolo ai Caduti Alpini”.
Domenica 12 giugno al Memoriale è stato celebrato il 150° dell’Unità d’Italia, in un’atmosfera festosa e quasi …famigliare, perché l’Unità dell’Italia è parte integrante del Dna spirituale e culturale delle penne nere e dall’Associazione, che hanno raccolto la tradizione e il senso del vivere di tutti coloro che credono nei valori della montagna, fedeli alle istituzioni e si riconoscono nello stesso Tricolore che sventola dalla Vetta d’Italia a Capo Passero.
Il peso dello zaino, come ha ricordato Giancarlo Poggioli, presidente del “Memoriale”, è sembrato più leggero davanti alle parole del professor Roberto Balzani, sindaco di Forlì e storico di vaglia, quando ha ricordato che il 150° forgia il carattere della nazione fondandosi sul senso del dovere e del sacrificio. Non sono sfuggiti gli ammonimenti di Gianfranco Cenni, il presidente della sezione Bolognese-Romagnola, quando ha ricordato che tutti i gruppi romagnoli e bolognesi sono tenuti all’impegno di presenza alla festa a “La Rondinaia”, splendido luogo di guardia sopra la bella località di Santa Sofia, cuore dell’Appennino romagnolotoscano.
Vittorio Brunello, direttore de L’Alpino, partendo dall’esperienza degli alpini nel Corpo di spedizione italiano in Russia, prima, e nell’ARMIR poi, ha tratteggiato una continuità ideale fra il primo Risorgimento evocato da Balzani e il Secondo Risorgimento per la lotta della libertà contro le dittature.
A sua volta Pietro Caruso, giornalista direttore della rivista Il Pensiero Mazziniano, ha rilanciato all’attualità il significato delle lotte per la libertà, evocando come solo una Carta delle genti delle montagne europee può dare lo slancio a un terzo Risorgimento nel nome degli ideali e dei valori che con umiltà gli alpini rappresentano.