Su L’Alpino di febbraio leggo lettere di chi si lamenta che le nostre caserme vanno in rovina, chi constata che gli alpini spariranno, chi rimpiange di non aver scelto di fare la naja e chi non la farà mai. Perché non privatizziamo la naja?Lo Stato ci conceda qualche caserma dismessa che sta appunto andando in rovina, sponsor che abbiano interessi nel settore che aiutino a sostenere i costi e niente più diaria ma contributi delle famiglie che credono nella naja come strumento formativo dei loro figli. Mi riempirebbe di felicità sapere che anche mio figlio un giorno potrà fare quella stupenda esperienza.
Paolo Pesenti Seriate (BG)
Noi alpini siamo dei pericolosi creativi. Ne facciamo una e ne pensiamo dieci. Sono sempre affascinato dai sogni, specialmente quando sono frutto di una genuina passione. Nel fondo c’è sempre un desiderio insopprimibile: nel caso, perpetuare un’esperienza unica. Purtroppo i sogni muoiono all’alba, quando dobbiamo fare i conti con la realtà. L’idea di privatizzare l’esercito purtroppo c’è da qualche parte del mondo ed è drammaticamente seria, certamente non finalizzata alla formazione civile dei giovani. Comunque complimenti, Paolo! Chissà
Pubblicato sul numero di aprile 2010 de L’Alpino.