Promotori il coro Val d’Intelvi e il coro alpino Orobica fondato da don Bruno Montalto, è stata inaugurata a San Fedele di Intelvi la mostra della memoria e dell’emigrazione alpina tra le due guerre: percorso che va dall’emigrazione stagionale a quella definitiva, dall’emigrato forzato in quanto prigioniero di guerra a chi lo è stato per essere un sostegno della comunità. Tra le lettere figurano anche foto e scritti del Beato don Gnocchi.
Il consigliere sezionale gen. Cesare Di Dato, direttore del Baradell, ha incontrato i ragazzi della scuola media inferiore della valle che gremivano la sala del cinemateatro. Sul palco il presidente del coro Val d’Intelvi, Paolo Benazzi, il coro Orobica con il giovane alpino coordinatore Fabio Terraneo coordinatore, il coro Cantori di Hennuyeres (Belgio) formato da figli di emigranti italiani. Di Dato ha tenuto alta l’attenzione dei ragazzi descrivendo chi sono gli alpini, cosa fanno e cosa hanno fatto. Quali sono state le gesta del battaglione Val d’Intelvi emerge quando dice: lì c’erano i vostri nonni… .
Gli studenti sono attentissimi: chiedono, indagano trovando adeguate risposte. In sala sono presenti i capigruppo dei vari paesi della valle, i rappresentanti dei comuni, un inviato del Consolato belga e l’alpino Americo De Angeli, reduce dalla campagna di Russia. L’oratore lo invita sul palco e lo invita a parlare della Russia e lui, con voce rotta, riesce solo a dire: Quando penso alla Russia mi viene da piangere, ho visto tanti morti, la neve era rossa di sangue . L’intera sala si alza in piedi e prorompe in lungo applauso: è lo straordinario affetto che i giovanissimi tributano a un protagonista della storia d’Italia.
Grande attrazione sono stati anche i Cantori di Hennuyeres, nati in Belgio da genitori italiani ma non per questo dimentichi della Patria d’origine: anzi, dimostrano un attaccamento alle nostre tradizioni da commuovere; sono in tredici di varie Regioni, dal Veneto alla Puglia. Raccontano le loro esperienze di emigrati e cantano le canzoni italiane imparate dai padri; cantano anche gli alpini del coro dell’Orobica.
Sicuramente i ragazzi tornano a casa con un’esperienza in più. Chiude la mattinata il concerto dei tre cori, il belga, quello della Valle e quello del coro dedicato alla memoria di Carlo Traversa, alpino e cantore del coro stesso.
Pubblicato sul numero di aprile 2010 de L’Alpino.