NELL'OMBRA DELLA LUNA

Storie di soccorso alpino Daniele Chiappa, “Ciapin” per gli amici, ha al suo attivo imprese in Europa, in Sudamerica e sull’Himalaya che lo collocano nella cerchia dei “Grandi della montagna”. Lecchese, ovviamente alpino, accademico del CAI, uomo di punta del Soccorso alpino, è il re della Grigna e del Resegone che conosce palmo a palmo non solo per le arrampicate che vi ha fatto fin da ragazzo, ma anche per gli innumerevoli interventi alla ricerca di dispersi e di morti tra quelle infide rocce spesso oltre i limiti della sicurezza.

E sono proprio queste imprese che egli descrive “Nell’ombra della luna” esprimendosi in terza persona e mai arrogandosi meriti (che ci sono) da lui attribuiti ai tanti suoi compagni del Centro di Soccorso alpino di Lecco.

Un Centro che, unitamente a tutti gli altri analoghi sparsi sulle Alpi e sugli Appennini lavora, si impegna, rischia per salvare, aiutare, ricomporre chi ha osato oltre la propria esperienza e la propria abilità. Sono venticinque racconti nei quali la drammaticità degli interventi è stemperata da una sottile vena ironica che riesce ad allentare una tensione che va crescendo con il passar delle pagine.

Il fulcro è la descrizione delle operazioni per la ricerca, la localizzazione e il recupero dei resti dell’aereo ATR 42 schiantatosi nella notte del 15 ottobre 1987 sul fianco dei monti sopra Onno, borgo che si affaccia sul ramo lecchese del Lario. Ciapin, nell’occasione, divenne il coordinatore dell’operazione che mosse addirittura il ministro dei Trasporti del momento e le più alte autorità civili e militari.

Egli descrive con una modestia disarmante quanto da lui vissuto dal suo posto comando a Lecco per ventidue ore consecutive, conferendo alla narrazione un crescendo di emozioni culminato nel ritrovamento dei resti dei 37 passeggeri e piloti del velivolo. Non esagero dicendo che si tratta di un pezzo di rara intensità drammatica. È un libro che può essere letto anche da chi ha poca o nulla esperienza di montagna e anche se, per noi comuni mortali, il Soccorso alpino, in fin dei conti, “riporta giù gente rimasta su”, come è detto in prefazione.

Cesare Di Dato