“Il passato che insegna”

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    Nell’amena cornice del Soggiorno alpino di Costalovara sabato 22 e domenica 23 giugno, i referenti sezionali del Centro Studi si sono dati convegno per il loro incontro annuale e dibattere sul tema “Il passato che insegna”. Se preceduta da incontri propedeutici di Raggruppamento, la scelta dell’incantevole nostra dimora è risultata ben accetta a tutti i convenuti, anche per il futuro, alla luce del promesso impegno ad alleviare gli oneri delle Sezioni più lontane.

    Sono stati accolti dal presidente della Commissione, Luigi Cailotto, che ha esordito: “È con vivissimo piacere che vi dò il benvenuto e sottolineo il mio particolare interesse ai lavori di questo convegno, che ci terrà riuniti per due giorni e che vuole ribadire, ancora una volta, l’importante ruolo assunto, nell’ambito dell’Associazione, dal Centro Studi, che intende proporsi, collettore di idee e proposte, come polo d’attrazione per ‘pensatori’ alpini”. Ed ha spiegato il perché del titolo “Il passato insegna”, sull’assioma historia magistra vitae.

    “Il passato – ha affermato – non deve essere dimenticato perché, se ignorato, sfuggiranno il presente e la costruzione del futuro che proprio nel passato ha le proprie radici. Ricordare il passato è elemento fondamentale per vivere meglio il futuro”. Infine ha illustrato le linee programmatiche per l’immediato e rimarcato il successo riscosso dal Libro Verde della Solidarietà 2012 presentato a Venezia a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale Veneto, pur lamentando che solo il 63% dei Gruppi ha inviato dati, non rispettando, in molti casi, date e modalità, invitando a seguire l’esempio delle tante sezioni virtuose. Successivamente, i 33 rappresentanti delle Sezioni presenti hanno seguito con grande attenzione l’evolversi dei lavori e la trattazione delle diverse tematiche in agenda affidate ai rispettivi relatori.

    Gianluca Marchesi ha illustrato il “Protocollo unico ANA per le scuole secondarie di 1° e 2° grado’’, finalizzato alla formazione di una vera e propria scuola di valori alpini, strutturata in modo da essere fruibile uniformemente su tutto il territorio. E ha parlato dei campi estivi allestiti su scala nazionale in collaborazione con la nostra Protezione Civile sui luoghi legati alla Grande Guerra e del DVD “Alpini”, riservato alle scuole.

    Mauro Depetroni, ha intrattenuto i convenuti sulle mostre, linee guida per il recupero del materiale in conformità ai nostri scopi associativi (Sezioni e Gruppi ne allestiscono di ottimo livello, però restano sconosciute, per cui necessita informarne il Centro Studi, che darà contezza al bacino d’utenza. Altro argomento, il censimento dei monumenti dedicati agli alpini, fatti dall’ANA, i musei all’aperto e i parchi tematici (con il valido apporto di Andrea Bianchi e Marco Pascali).

    Luca Geronutti, brillantemente coadiuvato dalla dott.ssa Cristina Silvani, ha relazionato su accessi e difficoltà, metodi e potenzialità di Bibliowin, software relativo alla realizzazione di una biblioteca virtuale, attraverso la catalogazione dell’intero patrimonio librario della sede nazionale, delle Sezioni e dei Gruppi, invitando le Sezioni, che ancora non l’hanno fatto, a dare inizio all’inserimento dei dati.

    Tutti hanno offerto materia, indicazioni, spunti, testimonianze, per l’approfondito, costruttivo dibattito che ne è seguito. La vivacità degli interventi, la valenza delle esperienze riportate e delle proposte, hanno contribuito all’indubbio successo del convegno, che ha inteso dare linee guida su come attivarsi, affinché l’attualità si sviluppi e si evolva, senza dimenticare il passato. In chiusura l’intervento del presidente Sebastiano Favero, il quale ha riaffermato con forza che l’azione del Centro Studi, perno insostituibile dell’Associazione, deve far da traino nella tutela e diffusione della cultura alpina e dei valori da trasmettere alle giovani generazioni, soprattutto in vista dei prossimi importanti appuntamenti (cento anni dall’inizio della Grande Guerra, nel 2014, e centenario della fondazione dell’ANA – 2019), chiedendo l’impegno all’Associazione e in particolare al Centro Studi di continuare a mantenerne viva la fiamma.

    Gli ideali di ieri, per cui si sono sacrificati i nostri padri, non invecchiano, ma restano immutabili. Possono magari appannarsi, come in questa temperie, in cui la nostra amata Italia non sembra attraversare il suo momento migliore, e allora – è in gioco anche il futuro dell’Associazione – spetta a noi, alla scuola e agli uomini di buona volontà ricordare quel che è stato e testimoniare i valori insopprimibili lasciatici in eredità dai nostri padri, primo viatico per le menti e i cuori delle giovani generazioni.

    Salvatore Robustini

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