"Alpini, siete il braccio attivo di Dio"

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    Sono ancora io, Lorenza, maestra di Casumaro. Ricordate? Avevo raccontato con parole forse troppo semplici, il complesso lavoro di voi alpini per costruire la nostra nuova scuola. Ho mantenuto un voto fatto tempo fa: andare a Fossa (L’Aquila) a vedere il villaggio ANA e la chies a di San Lorenzo proget tata dal mio amico Zorio. Sono andata e forse anche in questo caso non basterà la somma delle mie parole a dare un quadro completo della situazione e delle emozioni provate. Arrivo al B&B che avevo prenotato prima di partire e mi rendo subito conto che ci sono pochi edifici ancora in piedi a Fossa.

    Mi guardo intorno e purtroppo la realtà mi appare in tut ta la sua freddezza. A confermarlo una gentile signora del posto a cui chiedo indicazioni che mi dice: “Il villaggio è più avanti sulla sinistra, non si può sbagliare… non c’è altro. Sa… lì abitano i miei due figli, gli hanno dato case nuove. Questo è il nostro paese che era bello prima del terremoto”. Indica alle mie spalle una fitta impalcatura di travi di legno che sostiene un muro adiacente ad un cumulo di ruderi. Mi pare di capire che sia l’ingresso all’ex paese. Entro a piedi e vedo case lesionate, altre semidistrutte, che raccontano pezzi di vita passata ed im probabile o comun qu e diffi ci le futuro. Dappertut to regna un pesante silenzio, lo stesso silenzio che mi accompagnerà il giorno seguente quando visiterò L’Aquila. Dopo poche decine di metri tutte le vie sono chiuse e gli edifici puntellati. Non posso fare a meno di pensare a quanto debba essere stato orribile quella notte del 6 aprile 2009… La mente va inevitabilmente ai ricordi della not te a casa mia del 20 maggio 2012, a Finale Emilia. Un brivido mi percorre la schiena. Mi avvio verso il villaggio e poco dopo lo intravedo su una collina alla mia sinistra. Entro, timorosa di disturbare i residenti e osservo le viuzze piene di caset te con i loro giardini ben curati. La gente è intenta a fare i propri lavori e si respira aria di normalità. Lentamente mi avvicino al cuore del paese, la chiesa di San Lorenzo, che avevo già visto in foto, ma che dal vero è ancora più bella. Un enorme crocifisso di legno intagliato troneggia sulla facciata e pare proteggere tutte le abitazioni e pure le montagne circostanti. La trasparenza delle vetrate e la modernità dell’edificio, conferiscono personalità al villaggio intero. Di fronte, al di là della strada, la casetta verde numero 33 degli alpini. Non fatico ad immaginare il grande lavoro di centinaia di uomini che si sono spesi senza tregua allo scopo di dare a tante persone una dignitosa sistemazione. Li ho visti per molti mesi a Casumaro! Tante sensazioni hanno bisogno di tempo per essere metabolizzate e rimango un bel po’ lì a pensare. Penso al vostro caldo cuore alpino, che è corso in Abruzzo, come in Emilia, con il grande progetto di dare sostegno a sfiduciati come me e tantissimi altri, edificando con enormi sacrifici case, chiese e scuole e quindi prospettive per l’avvenire. Ora più che mai comprendo che voi alpini siete il braccio attivo di Dio, i suoi devoti servitori, che Lui utilizza a testimonianza della propria esistenza. Al ritorno verso casa, mi sono appositamente fermata a Loreto e ho pregato per voi tutti e per le vostre famiglie, affinché le grandi missioni che portate a termine siano ripagate da una vita serena e piena di salute. Grazie ANA, W gli alpini per sempre!

    Lorenza

    Gentile signora, lei ha il dono di dare plasticità alle cose che scrive, rendendocele presenti come se anche noi vi fossimo immersi. Ma il suo non è il commento di un esteta, che visita dall’esterno per curiosare e descrivere. È piuttosto uno sguardo pieno di sentimenti e di interiorità, che diventa contemplazione quando vede nell’opera degli alpini il dito di Dio. Grazie, Lorenza, anche a nome delle nostre famiglie.