A Pieve rivive il btg. “Cadore”

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    Quello del 25 agosto 2013 sarà un raduno da ricordare. Forse tra i più belli e significativi degli ultimi vent’anni. Preceduto da una mostra allestita nella sala consigliare del Municipio di Pieve proprio per dare significato all’incontro tra tanti alpini legati alla storia, alle tradizioni e nei rapporti di amicizia, l’evento ha preso corpo dal primo mattino con la Messa e le parole toccanti di mons. Diego Soravia, arcidiacono del Cadore.

     

    Poi sulla piazza Tiziano gremita di gente e di cappelli con la penna, è arrivato il gonfalone del Comune di Pieve di Cadore con la sua Medaglia d’Oro. L’inno nazionale e l’onore ai Caduti hanno dato quel tocco di serietà e commozione che sono ingredienti indispensabili per far capire, pur a distanza di anni, come siano rimasti inalterati i sentimenti che legano gli alpini al loro battaglione ed alla città che li aveva a suo tempo ospitati. Quindi il trasferimento alla caserma “Calvi” riaperta per l’occasione, passando tra molta gente che ha applaudito con entusiasmo e simpatia.

    Tra le mura della vecchia caserma altri i ricordi ed altri i sentimenti. Ricordi di un’età spensierata quando l’amicizia era davvero un legame forte, tanto forte da essere tuttora il principale motivo per cui ogni anno si raggiunge Pieve anche da lontano, ricordi della camerata, dei campi estivi e invernali, delle fatiche e della libera uscita. Ricordi che certamente hanno emozionato anche il presidente Sebastiano Favero, accolto con grande calore, ritornato dopo tanti anni tra le stesse mura e sullo stesso piazzale di tante adunate ed alzabandiera.

    Lui, ufficiale della 167ª, non ha nascosto queste emozioni nel suo discorso dai toni crescenti culminato con un appello ai giovani e al Paese. Parole che si sono fatte strada e che hanno appassionato i presenti inducendoli a un caloroso lungo applauso. Tutti pieni di significato anche gli altri interventi: quello del sindaco Antonia Ciotti, sensibile e vera amica degli alpini ai quali ha sempre dimostrato simpatia e collaborazione; quello del gen. Rinaldin che ha ricordato, per sommi capi, i fasti ed il passato del btg. Pieve di Cadore e quello del col. Fregona del 7° Alpini.

    Cordiale come sempre il discorso del presidente dei “veci del btg. Cadore”, gen. Bisignano, impegnato affinché l’appuntamento di Pieve abbia a ripetersi ancora per molto tempo nonostante i problemi e le perdite anagrafiche. Infine, molto apprezzato, l’apporto dato alla festa dal gruppo ANA di Pieve capeggiato da Ezzelino Polzotto. Non è facile servire 600-700 persone comodamente sedute a tavola in tempi brevi. Ci sono riusciti dando una dimostrazione pratica di grande efficienza senza minimamente intaccare la qualità del rancio servito. Alla fine, dopo foto e saluti, l’augurio di ritrovarsi anche nel 2014 alla “Calvi”, sempre in tanti e con il solito entusiasmo.

    Livio Olivotto