Zaino in spalla

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    Assumere la carica di presidente nazionale significa caricarsi di uno zaino particolarmente pesante. Mi sorreggerà certamente lo spirito di servizio, che é poi lo spirito alpino, supportato dagli amici componenti il comitato di presidenza e del consiglio direttivo
    nazionale con i quali intendo lavorare, cominciando dalle riunioni in programma
    questo stesso mese di luglio.
    Mi darete una mano tutti voi, ne sono certo, miei carissimi alpini. Il lavoro non mancherà soprattutto se avremo la capacità di depennare il punto di domanda posto alla fine della frase: ‘A.N.A. quale futuro?’ e trasformare questo interrogativo in risposte propositive.
    Disponiamo di concrete potenzialità, basti pensare ai nostri giovani che veramente sono il nostro futuro.Vanno sentiti, aiutati a crescere, responsabilizzati. A loro mi dedicherò con passione. E ancora dobbiamo investire energie e attenzioni verso le sezioni del Centro Sud che sono quelle che attualmente ricevono il maggior numero di alpini congedati. Dovremo fare il possibile per inserirli nell'Associazione o­nde evitare di perdere un patrimonio troppo importante. L'argomento e quanto di interesse comune intendo svilupparlo unitamente al presidenti del quarto raggruppamento in occasione del raduno di Cagliari ad inizio ottobre, raduno che si presenta grande fin da ora.
    Sarà doveroso essere presenti presso le nostre Sezioni all’estero che operano con incredibile
    passione, tenere in debita considerazione le loro particolari necessità e adoperarci affinché venga mantenuta accesa questa loro ineguagliabile fonte di italianità e alpinità. Disponiamo di un enorme patrimonio costituito dai nostri cori e dalle nostre fanfare: dobbiamo loro nuove attenzioni, avviando contatti e iniziative che ne valorizzino l'esistenza, la presenza, le potenzialità.
    Il Centro Studi dell'Associazione costituisce la nostra memoria storica, il punto di riferimento culturale, ma non solo. Dovrà significare ricerca, iniziativa, mondo della scuola e dei giovani, contatto con l'esterno. La sua funzione sarà utilissima se sapremo impiegarlo al meglio.
    Senza fretta, ma con determinazione e grande senso di responsabilità, dovremo impegnarci a
    operare nella direzione indicata dal Consiglio Direttivo Nazionale il 6 marzo scorso, proposta all’Assemblea dei Delegati e riportata nel numero di giugno de L’Alpino, al fine di individuare tutti i provvedimenti che consentano ai nostri valori e al nostro stile di vita associativo di continuare a vivere e a tramandarsi, e di affrontare le problematiche relative
    alle attuali regole che disciplinano l’ingresso degli associati e la vita associativa .
    Con la passione di sempre saremo naturalmente al fianco dei nostri Alpini in armi, dei loro reparti, dei loro comandanti. Dovremo costituire un tutt’uno a tutela della nostra formidabile tradizione. Vigileremo affinché vengano mantenuti nella consistenza e nell'identità, nell'addestramento specifico che non dovrà venire meno: mi riferisco al binomio alpino montagna. Vogliamo loro un gran bene, non potrebbe essere altrimenti.
    Ruolo importantissimo é costituito dalla nostra Protezione Civile che va sostenuta ma soprattutto aiutata a crescere nella realtà moderna che mira alla specializzazione, sinonimo di efficienza e garanzia in caso di impiego. Nel contesto della P.C. mi preme evidenziare la meravigliosa struttura del nostro ospedale da campo.
    La stampa alpina dovrà coprire l'importante ruolo della diffusione dei programmi che via via entreranno nello loro fase esecutiva. Avrà la possibilità di sostenerli, di verificarne l'attuazione, di constatarne l’effetto, di correggere le sfasature, di raccogliere le impressioni e i risultati. Un compito esaltante che consentirà argomentazioni interessantissime.
    Miei cari alpini, dobbiamo sperare ma soprattutto credere in noi stessi, il che significa: entusiasmo, desiderio di crescere, impegno per costruire il nostro futuro. Per citare il nostro presidente Beppe Parazzini al quale va l'imperitura riconoscenza di noi tutti per quanto si è adoperato durante il suo difficile, impegnativo ma esaltante mandato l'Associazione non é mai stata così forte. Penso abbia ragione. Con determinazione, con pazienza se occorrerà, con spirito alpino, dovremo proporci al futuro sulla base dei programmi che andremo ad attuare. Iniziamo dunque con il passo sicuro dell'alpino. Loro di lassù ci guardano.

    Corrado Perona