Volontariato alpino: un caposaldo della Protezione civile sul territorio

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    A Trento un convegno sul tema: L’A.N.A. e gli organismi regionali di Protezione Civile .

    La città di Trento nel tardo pomeriggio del 24 novembre si presentava sottotono, nonostante le bancarelle di natale avessero già illuminato le vie che portano in centro. Un cielo grigio e una pioggerella fine avevano reso deserta la bella e severa piazza del Duomo. Solo qualche passante frettoloso, con il cappello alpino ben piantato in testa, infilava l’ampia via Belenzani per sparire entro il portone di palazzo Geremia, un edificio del 500 dalla facciata affrescata e con ben visibile un’immagine dell’imperatore Massimiliano, sotto il cornicione.

    Nel salone d’onore messo a disposizione dall’amministrazione comunale si è svolta una semplice ma significativa cerimonia: la consegna delle targhe ai fondatori del Centro di Volontariato alpino, nel 20º della fondazione. Presenti il presidente della sezione A.N.A. di Trento Giuseppe Demattè, il sindaco Alberto Pacher, il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, sono stati ricordati tutti i presidenti del Centro: Giustiniano De Pretis, Carlo Margonari, Luigi Recarli, assieme ad altri volontari; tra questi l’ex consigliere nazionale Armando Poli.

    Ognuno, a vario titolo, ha contribuito a rendere operativa una grande organizzazione collettiva fondata sui valori della solidarietà e del sacrificio, nell’interesse generale della comunità che fa parte del sistema che protegge la nostra gente , come ha sottolineato il presidente Dellai. Anche il sindaco Pacher ha testimoniato agli alpini tutta la riconoscenza della città per la loro pronta azione di soccorso nei momenti di emergenza. Demattè, oltre ai sentimenti di gratitudine per i premiati, ha evidenziato che la sezione A.N.A. di Trento è attenta a tutti gli interventi della pubblica amministrazione sul territorio.

    Il coro A.N.A. della sezione presente in veste di corista anche il vice presidente nazionale Attilio Martini ha aperto e chiuso la significativa cerimonia con cante alpine, riproponendo un pezzo toccante ed apprezzato del suo repertorio: Alpini d’Italia, testo e musica di Fausto Fulgoni. La mattina seguente, presso il Centro attività formative di Candriai, un’accogliente struttura ricettiva alle pendici del monte Bondone, ad una ventina di chilometri da Trento, dopo il saluto del presidente De Mattè e dell’assessore provinciale alla Protezione civile Silvano Grisenti, inizia il convegno sul tema: L’A.N.A. e gli organismi regionali di Protezione Civile .

    Un’esauriente introduzione del presidente Mattei evidenzia come l’operatività dei nuclei di Protezione civile sia agevolata dalla tradizione di solidarietà che caratterizza le valli trentine dai tempi dei principi vescovi e dall’autonomia che deriva dal riconoscimento della personalità giuridica al Centro, caso più unico che raro. In base ad un articolato organigramma redatto dai competenti uffici della Provincia, in un contesto strutturato a sistema, come ha precisato Claudio Bortolotti, dirigente del Dipartimento P.C. e Tutela del Territorio di Trento, gli alpini hanno assegnati compiti precisi, prevalentemente logistici, e dispongono di mezzi adeguati.

    Francesco Bianchini, dirigente della Regione Veneto, illustra l’evoluzione normativa dovuta all’entrata in vigore della legge Bassanini e alle disposizioni emanate dal Consiglio Regionale Veneto. Si tratta di materia e aspetti normativi complessi perché oltre allo Stato intervengono Regioni, Province e Comuni, con protocolli operativi non standardizzati per cui le varie aree della penisola non sono omogenee, come evidenzia anche Maurizio Gorza, coordinatore nazionale della P.C. dell’A.N.A.

    Altri interventi del responsabile regionale A.N.A. D’Incà, che illustra i finanziamenti destinati al Veneto dal Governo regionale, del gen. Beolchini che allarga la discussione alla complessa collaborazione con altre associazioni di volontariato, e sono tante, di Barone che segnala la situazione di emergenza della P.C. in una fase di forte crescita del volontariato, precedono l’intervento finale del vice presidente nazionale Sandro Rossi.

    Con parole appassionate, tono fermo e deciso, puntualizza la peculiarità oltre che l’importanza della presenza A.N.A. nella Protezione civile. Manifesta qualche preoccupazione per il futuro a causa dell’abolizione della leva che dava linfa alla nostra Associazione e formava uomini con un forte attaccamento ai valori che sottendono il volontariato alpino. E conclude: Quando viene a mancare la forza morale che ha contraddistinto la nostra storia, si annunciano tempi bui. Per questo dobbiamo continuare, recuperando chi non è iscritto, a testimoniare senza tentennamenti che la nostra forza è ancora indispensabile per tenere unito il tessuto sociale del nostro Paese .