VICENZA “MONTE PASUBIO” – Ciao Giovanni

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    L’alpino Giovanni Pettinà ha posato a terra lo zaino per l’ultima volta. È “andato avanti” uno degli alpini più anziani d’Italia, classe 1913, artigliere del gruppo Conegliano, divisione Julia. Reduce di Grecia e Albania e prigioniero per due anni in Germania, la penna nera vicentina si è spenta serenamente nel sonno a metà dello scorso maggio. Nato a Zanè nel vicentino, Pettinà, iscritto al Gruppo di Malo della Sezione di Vicenza “Monte Pasubio”, avrebbe compiuto 107 anni ad agosto.

    Dopo essere stato scartato al servizio di leva, venne richiamato alle armi nel 1942 per «esigenze di carattere eccezionale ». Un anno dopo, durante un trasferimento verso l’Africa via terra, tra Balcani, Grecia e Albania, fu catturato dai tedeschi il 12 settembre del 1943, per essere poi fatto prigioniero e deportato in un campo di lavoro. «Ci offrirono di prendere le armi al loro fianco – ricordava -, ma io rifiutai e quindi mi spedirono in Germania, internato nello Stammlager VI-J a Krefeld-Fichtenhain».

    Ventitré i mesi passati in schiavitù dall’alpino di Malo, segnati da paura, rabbia e fame: «Un giorno trovai tra le barbabietole alcune piccole patate. Me le nascosi addosso come meglio potevo ma al ritorno al campo me le scoprirono e dovetti consegnarle. Piansi. Non so se per rabbia o per l’umiliazione». Nell’estate di due anni fa, Pettinà tornò in possesso di una lettera speditagli ben 75 anni prima dalla sorella Maria, nella quale lei domandava notizie sul suo stato di salute e gli portava i saluti della famiglia. Tornato a casa, si ricostruì una vita normale, lasciandosi alle spalle i due anni di prigionia e gli orrori della guerra, sposandosi e mettendo su famiglia.

    Lavorò come agricoltore nella sua Malo, dove è rimasto per molto tempo l’unico testimone vivente dello scoppio della polveriera di villa Pisa, avvenuto il 25 marzo 1919. Nonostante l’età, Giovanni ha continuato fino all’ultimo a prendersi cura del suo amato orto, sua grande passione.

    Tanti i messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia del reduce. «La morte di Pettinà ci ha lasciati tutti sorpresi – le parole di Luciano Cherobin, Presidente della Sezione di Vicenza “Monte Pasubio”. Pochi mesi fa l’avevamo visto a pranzo a una festa del Gruppo di Malo in piena forma. Era un esempio per tutti noi, non mancava mai agli appuntamenti importanti del suo Gruppo. Ora ci sentiamo tutti orfani di un grande alpino, simbolo di semplicità e sacrificio». Parole di cordoglio sono arrivate anche da Giovanni Stevan, Capogruppo di Malo, da Paola Lain, sindaco di Malo, e da Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto.

    m.m.