Dopo aver letto su L’Alpino che Eugenio Palazzi, musicista vercellese purtroppo quasi sconosciuto, è l’autore del “Trentatré”, il nostro inno, gli alpini di Vicenza “Monte Pasubio” hanno potuto ascoltare la prima esecuzione di un’altra sua composizione, “Silenzio Campale”, nella revisione di Giorgio Cannistrà, inserita in un concerto dell’Orchestra di fiati della provincia di Vicenza, diretta da Andrea Loss.
A rendere omaggio al maestro Eugenio Palazzi, era presente in teatro anche il Presidente della Sezione di Vercelli Piero Medri. Sulle semplici note del segnale di tromba, Eugenio Palazzi, allievo di Ponchielli al Conservatorio di Milano e compagno di studi di Mascagni e Puccini, ha sviluppato un brano che espone il tema con vari strumenti, alterna momenti corali, cameristici, impetuosi che svaniscono poi nel “piano” di tutta l’orchestra, sul quale riecheggia il segnale del Silenzio. «La partitura originale del 1892 – spiega Giorgio Cannistrà – prevedeva strumenti ora in disuso, un’orchestrazione atta all’esecuzione all’aperto e mancavano strumenti come il sassofono, oggigiorno comuni. Sono stati alleggeriti certi accompagnamenti e resi più cameristici alcuni dialoghi interni, si sono create più sfumature timbriche. Il tutto per dare maggiore chiarezza alla struttura compositiva.
La composizione è dedicata al magg. gen. Ugo Brusati, già comandante del 71º Fanteria nel quale Palazzi fu capomusica per 7 anni». Giorgio Cannistrà è un alpino, caporal maggiore scelto della Julia e suona il trombone nella fanfara della brigata. Oltre al normale impegno musicale legato a questo ruolo, si occupa del recupero e valorizzazione del repertorio storico e musicale per banda, in revisioni per organo moderno. Nel concerto all’Olimpico sono state eseguite altre due sue revisioni, “A Monte Cengio” di Giuseppe Manente e “Sul Montello” di Giuseppe Piantoni.
Il concerto è stato l’ultimo atto della cerimonia per la consegna del nuovo vessillo alla Sezione di Vicenza, che ora si fregia della scritta “Monte Pasubio”, è avvenuta il 4 novembre, esattamente 95 anni dopo la consegna del primo vessillo, sempre all’Olimpico. «Il nome è stato aggiunto – ha spiegato il Presidente sezionale Luciano Cherobin – per un’esigenza di ricordo, rispetto e riconoscenza per chi cento anni fa ha dato la vita sulle nostre montagne».
Il nuovo vessillo è stato portato sul palcoscenico dell’Olimpico da Anna Dal Ferro, mamma di Matteo Miotto, l’alpino vicentino caduto in Afghanistan, accompagnata da quattro madri di alpini in servizio. Il Consigliere nazionale Lorenzo Cordiglia lo ha consegnato nelle mani del Presidente Cherobin per la benedizione da parte del mons. Fabio Sottoriva. «Questa serata – ha detto il sindaco di Vicenza Variati, giunto a scadenza di mandato – nasce da un impegno che ho preso sotto una tenda degli alpini vicentini all’Adunata di Treviso: un commiato da sindaco e un grazie per il lavoro che le penne nere hanno fatto in questi 10 anni». Il Presidente Cherobin gli ha regalato una piccozza, «per le prossime salite e vette che vorrà raggiungere».
Dino Biesuz