VENEZIA – Onorati gli eroi fiumani

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    Gli alpini di Fiume si sono incontrati a Gardone Riviera, presso le arche del mausoleo del Vittoriale, per rendere omaggio a due figure significative nel panorama della storia della città del Quarnaro: il comandante Gabriele D’Annunzio e il senatore del regno Riccardo Gigante. Se per D’Annunzio non è necessario spendere parole per rimarcarne l’importanza nell’ambito della storia fiumana, qualche breve cenno è utile per Gigante.

     

    Splendida figura di volontario irredento nel Regio Esercito durante la Grande Guerra, fu membro del Consiglio nazionale fiumano, podestà di Fiume e senatore del regno. Il 3 maggio 1945, invitato a mettersi in salvo, pur conoscendo il suo destino rifiutò d’allontanarsi da Fiume: “Per non abbandonare la mia gente”, disse. I titini lo trucidarono e ne gettarono il cadavere nella foiba di Castua, dove tuttora giacciono i suoi resti.

    Al Vittoriale D’Annunzio aveva fatto preparare l’urna su cui è inciso il suo nome e nella quale avrebbe dovuto riposare, accanto a lui e agli altri eroi dell’impresa legionaria. La manifestazione, organizzata in collaborazione con la delegazione bresciana dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, è iniziata con il corteo che ha varcato al suono del Trentatré i cancelli del mausoleo (nella foto). Il vessillo della sezione Venezia era scortato dal presidente Franco Munarini e dal vice Nereo Burba e il gagliardetto del gruppo di Fiume era portato dal socio Dante Martinelli.

    Accanto, il consigliere della provincia di Brescia, Diego Invernici e il gen. degli alpini Chichi. Speaker della giornata l’alpino Mario Zanardini. Raggiunto il piazzale del mausoleo, si è svolto l’alzabandiera al suono dell’Inno di Mameli. Quindi la benedizione della corona d’alloro e del cesto di rose da parte di mons. Angelo Bassi, già cappellano degli alpini. A seguire, al suono dell’Inno del Piave e del Silenzio, è stata deposta la corona d’alloro ornata del tricolore fiumano e di quello italiano presso l’arca contenente i resti di D’Annunzio. Le allocuzioni delle autorità hanno chiuso una cerimonia semplice e significativa in memoria non solo degli eroi di Fiume, ma di tutte quelle popolazioni che subirono un forzato esodo e, in molti casi, morirono nelle foibe.

    Franco Pizzini