Valore alpino

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    L’Adunata di Rimini si è iscritta pienamente nelle celebrazioni del 150º anniversario, con una novità speciale: la presenza di tutte le Bandiere dei reggimenti e delle unità alpine, con le loro innumerevoli decorazioni, tutte portate da un giovane alfiere e una scorta d’onore. Nel pomeriggio di venerdì il valore alpino è sfilato per le vie del centro, con una lunga teoria di tricolori speciali, custoditi ciascuno nell’ufficio del comandante di Corpo e a cui va tributato il massimo rispetto ogni volta che ci si trova al loro cospetto.

    Insieme al Labaro dell’Associazione, le Bandiere hanno costituito una vera e propria Legion d’onore alpina: da un lato le duecentonove Medaglie d’Oro al Valor Militare individuali tributate ad altrettanti ufficiali, sottufficiali e alpini per atti di straordinario coraggio e generosità; dall’altro le oltre 100 decorazioni conferite alle Bandiere dei reggimenti alpini, distintisi nel corso della loro lunga storia in tutte le campagne militari in Italia e all’estero (a partire dal 1896), oltre che negli interventi in soccorso delle popolazioni colpite da calamità naturali (pochi sanno che i reggimenti di fanteria alpina sono insigniti di una croce di benemerenza per i soccorsi prestati dopo il terremoto di Messina del 1908). La prima Medaglia d’Oro fu meritata dal capitano Pietro Cella, da Bardi (in provincia di Parma), caduto da valoroso ad Adua, in Eritrea nel 1896.

    L’ultima è quella assegnata al sergente Andrea Adorno, che oggi la porta con orgoglio, per aver difeso – sia pur ferito – i propri commilitoni del 4º reggimento alpini paracadutisti in Afghanistan, nel 2010, investiti da un attacco. Tra queste due pietre miliari si snoda la lunga storia di coraggio militare, di slancio, di generosità civile, di atti individuali e collettivi per il bene del Paese.

    Scorrendo i medaglieri, riprendono vita l’epopea della Grande Guerra, gli enormi sacrifici sui fronti della Seconda guerra mondiale, il contributo validissimo dato alle missioni internazionali sotto l’egida della Nato, dell’Unione Europea e dell’Onu, parallelamente alla presenza costante in tutte le emergenze nazionali, l’ultima quella del Covid-19, con un alpino – il generale Figliuolo – posto alla guida di una campagna vaccinale che ha consentito la ripresa del Paese, preceduta dagli interventi – insieme ai volontari dell’Associazione – in occasione delle tragedie del dopoguerra che colpirono il Friuli, l’Irpinia e il Centro Italia, senza dimenticare la catastrofe del Vajont.

    Mario Renna