VAL SUSA La storia degli alpini all'esame di terza media

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    Non ci sarebbe niente di eccezionale se a presentare una tesina sulla storia delle truppe alpine all’esame di scuola media non fosse una ragazza marocchina Rabab Bochir, questo è il nome dell’artefice della storia in questione. Ma andiamo con ordine. Rabab Bochir adotta , da bambina, come nonno un suo vicino di casa, e così il socio ANA Marchisotto, capogruppo di Buttigliera Alta, giocando con la piccola parla degli alpini; la bimba si affezione oltre che al nonno anche agli alpini al punto tale che in terza media presenta una tesina sulla storia degli alpini.

    Per l’occasione dell’esame, indossando la maglietta dell’80ª Adunata nazionale a Cuneo ha parlato di alpini e riportato un racconto del generale Otero, che nel 1895, discorrendo con un gruppo di amici fra cui i generali Ricotti Magnani e Perrucchetti, riporta che il gen. Ricotti (riferendosi alla paternità delle Truppe alpine) esclamò: Cuntac, l’ai sempre credu d’esse mi, mentre adess a’ sauta fora chielsi .

    Quale meraviglia e stupore fra i docenti della commissione esaminatrice sentire Rabab che cita in piemontese la frase pronunciata dal generale Ricotti. La candidata passa quindi alla storia: campagna di Russia della 2ª guerra mondiale citando date, riferimenti storici e geografici; è poi la volta dell’opera letteraria che tratta delle Truppe alpine citando autori e testi con particolare riguardo al libro Centomila Gavette di ghiaccio di Bedeschi riempiendo di gioia la professoressa di italiano (figlia di un alpino).

    Effettua inoltre collegamenti in lingua inglese e francese, confrontando le Truppe dei cugini d’oltralpe: Les Chasseur Alpins. I professori si interessano e chiedono approfondimenti, interrompendo diverse volte la candidata, ma Rabab, sicura, risponde ed ogni volta riprende con precisione la discussione della sua Tesina che viene supportata dalla presentazione informatica; infatti sul monitor scorrono immagini e testi.

    Quale soddisfazione poi per il docente di educazione musicale, anche lui alpino, quando Rabab fa ascoltare il famoso 33 (Inno degli Alpini): si sofferma sui cori e sulle fanfare alpine con particolare attenzione alla fanfara della brigata Taurinense. Infine anche la professoressa di educazione fisica viene contagiata dallo schietto sapore alpino quando la giovane Rabab descrive gli esercizi fisici per la pratica sportiva che riguarda anche le Truppe alpine. Insomma l’amore per gli alpini di nonno Marchisotto ha contagiato oltre che la brava Rabab anche la commissione d’esame.

    La ragazza chiuderà il suo ciclo di studi con il giudizio: ottimo. Brava Rabab che ci hai dato un esempio di serietà nello studio e rispetto di quanto ti ha insegnato il nonno . Forse presto vedremo una bellissima ragazza marocchina con il cappello alpino?C’è da augurarselo, andando incontro ad una società multietnica come stiamo facendo, ed è un onore che giovani di altre etnie imparino ad apprezzare quello che per l’Italia è un punto d’orgoglio: le Truppe alpine.