Ho letto con molto interesse la lettera dell’avvocato Tirandola a difesa del gen. Cadorna, premetto che quando si offende si sbaglia sempre senza alcun dubbio. Parlando invece della situazione storica va detto che ci sono, ovviamente, decine e decine di libri che supportano tesi difensiviste o colpevoliste ed ho trovato interessanti alcuni testi di Luca Falsini e soprattutto di Nicola Labanca nel libro “Caporetto, storia di una disfatta” nel quale si evincono, oltre ad evidenti errori strategici anche una compartecipazione del governo, eccessivamente debole ed accomodante nei confronti di Cadorna, non sarà così in seguito. Falsini scrive altresì che Caporetto non fu solo crisi, sconfitta, diserzione, tesi quest’ultima ostentata in modo cervellotico dal generale inasprendo in maniera definitiva il rapporto con il governo. Personalmente ritengo che Cadorna e il suo Stato Maggiore commisero evidenti errori strategici e di valutazione con poca attenzione all’aspetto umano nei confronti del proprio esercito, va detto però che questo modus operandi era tipico della Scuola Militare del tempo. La commissione di inchiesta su Caporetto definirà Cadorna come: orgoglioso, impulsivo, egocentrico e megalomane ed a onor del vero molti esperti militari lo consideravano molto preparato e su questo non si può dire nulla. Il generale Diaz invece sul Piave usò diplomazia, mediazione, prudenza, buon senso e seppe creare nei salvati dal massacro quel sussulto di dignità che portò a Vittorio Veneto. Penso che questa mia sia una analisi obiettiva. Saluti direttore e saluti a tutti.
Enzo Dal Sie Gruppo di Ponzano Veneto, Sezione di Treviso
Grazie per questa pacata riflessione. Anche la verità ha diritto di farsi largo senza sgomitare.