Una lettura partitica

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    Ciao presidente, la lettera pubblicata sul numero di novembre “Valori di riferimento” a firma di Giovanni Pirrera mi ha messo di grande malumore. Dar credito a una lettera simile piena di odio verso una parte politica e assolvente l’altra mi ha lasciato di stucco, questo non è essere apartitico ma prendere posizione precisa. Come dire: alpini tutto il male (corruzione e ipocrisia) viene da sinistra, dalla Rai, dagli egoisti che cercano vita migliore, mentre, meno male, a destra tengono duro e la Mediaset è esempio di correttezza morale, ecc. Ognuno ha le proprie opinioni su tutti gli aspetti della vita, ma perché il direttore del giornale di una Associazione i cui valori fondanti sono la memoria, la solidarietà, il fare, come da lui stesso richiamati nel suo commento, per sottolineare e per ribadire questi valori prende spunto da una lettera del genere? Scuso lo sfogo ma mi ha fatto male leggere queste cose così di parte e un po’ avvalorate dal direttore. Cosa pensare, fra poco esulteremo per il ritorno di una destra fascista al potere?

    Dino Pirovano, capogruppo di Casatenovo, Sezione di Monza

    Questa lettera è stata indirizzata dall’autore al presidente della Sezione di Monza, il quale l’ha girata a L’Alpino. Iter insolito a parte, mi spiace caro Dino che tu (ma non solo tu, altri hanno scritto) abbia visto nella pubblicazione della lettera di Pirrera l’intento di screditare la sinistra: la scelta di pubblicarla e la mia risposta vanno infatti in direzione opposta. “Non è il demerito di alcuni la ragione dietro cui ci si può rifugiare pensando di sfuggire al proprio compito”, avevo scritto, chiarendo che non si deve addossare la colpa sempre “agli altri”. E ho aggiunto che bisogna riferirsi sempre ai valori degli alpini, guardando solo “a quanti vivono onestamente la loro esistenza nella società”. Dicendo poi che “in alcune occasioni pensieri non dissimili mi si affollano nella mente” intendevo (pensavo fosse chiaro) riferirmi al fatto che (lo sentiamo in tutti i nostri discorsi ufficiali) la nostra politica e la nostra società sembrano aver smarrito proprio quei valori. E ciò prescinde, sia chiaro, da una lettura “partitica”: la campagna elettorale basata sulla contrapposizione più che sui programmi, forse ha un po’ influenzato la chiave di lettura, caro Dino. Sono approdato al liceo negli anni del ’68 e nei cinquanta successivi ho visto, dall’osservatorio privilegiato della redazione di un quotidiano, misfatti di singoli o gruppi ascrivibili alla destra come alla sinistra (anche se oggi il confine tra queste “categorie” politiche si è fatto sempre più liquido). Ho meditato prima di pubblicare quella lettera: ma l’ho fatto proprio per invitare tutti (a cominciare da Pirrera) a guardare ai nostri valori e all’impegno quotidiano, prescindendo dalle convinzioni politiche, che restano personali. Per il resto, come recita il motto dell’Ordine della giarrettiera (istituito dal re d’Inghilterra per tacitare quanti malignavano sul fatto che lui avesse raccolto la giarrettiera d’una contessa) “Honi soit qui mal y pense” (vituperato sia chi pensa male).