…Un sogno, il quinto raggruppamento

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    Essere sempre più coinvolti nelle attività associative, anche mediante l’apporto di giovani iscritti e, infine, poter costituire un “Raggruppamento Europa”, per contare di più: questi, e altro ancora, gli argomenti discussi alla riunione dei presidenti delle Sezioni europee, ospitata all’ambasciata italiana, a Sofia, svolta dal 23 al 25 settembre scorso. Fin dal 2009 l’allora Gruppo Autonomo Bulgaria aveva chiesto al Consiglio Direttivo dell’Associazione l’onore di organizzare la riunione in Bulgaria. Vi hanno partecipato il presidente nazionale Corrado Perona, il vice presidente vicario Sebastiano Favero, il consigliere responsabile dei contatti con le Sezioni all’estero Ferruccio Minelli, il direttore de L’Alpino Vittorio Brunello e i presidenti delle Sezioni di Belgio, Francia, Germania, Nordica, Gran Bretagna, Svizzera, Balcanica- Carpatica-Danubiana.

     

    Il coro alpini di Palazzolo sull’Oglio è giunto a Sofia per l’occasione ed ha tenuto un concerto in piazza cui ha assistito anche il sindaco di Sofia Yordanka Fandakova. La Conferenza è stata ripresa dalla stampa bulgara, interessata a spiegare il significato di una cinquantina di penne nere a Sofia per tre giorni. Il Presidente Perona, accompagnato da Favero, Minelli e Benazzo, ha fatto visita all’Unione degli Ufficiali e Sottufficiali in congedo della Bulgaria (presente, su invito dell’ANA all’Adunata di Torino con una sua delegazione). Una Messa è stata concelebrata nella cattedrale cattolica di Sofia dal vescovo di Sofia e Plovdiv, Georgi Ivanov Jovcev e dai sacerdoti alpini don Graziano Colombo (parroco a Bucarest, vice presidente della Sezione BCD) e don Paolo Perazzo (parroco a Volos, Grecia).

    È stato inoltre reso omaggio ai 206 soldati deceduti durante la prima guerra mondiale che riposano al Cimitero militare italiano di Sofia, ove ogni anno si svolgono le cerimonie cui vengono resi gli onori ai nostri Caduti. Per la prima volta, la conferenza – e diversi eventi conviviali – si sono svolti presso un’Ambasciata d’Italia. Alla cena all’ambasciata ha partecipato il ministro della Difesa della Repubblica di Bulgaria Nikolaj Mladenov, quale riconoscimento degli sforzi intrapresi per favorire attività in comune fra Truppe alpine italiane e bulgare, per facilitare i contatti fra l’ANA e le analoghe associazioni bulgare, nonché per consentire l’ammissione – su iniziativa dell’ambasciatore – di un’Associazione di ex appartenenti alle Truppe di montagne bulgare (il Gruppo Petko Voivoda, intitolato ad un eroe della guerra di indipendenza contro i turchi, ex garibaldino) all’International Federation of Mountain Soldiers, di cui l’ANA è come noto attivo sostenitore. La riunione dei presidenti ha occupato l’intera giornata di sabato 24 settembre.

    Per la prima volta nella sua storia, è stato infatti necessario prolungarla all’intero pomeriggio, tanto i dibattiti sono stati intensi e costruttivi. I presidenti hanno illustrato l’attività delle rispettive Sezioni. Il vice presidente nazionale vicario Favero ha fornito un aggiornamento sull’iniziativa “Una Casa per Luca”. Il capo del gruppo Transilvania ha presentato le caratteristiche dell’iniziativa per aiutare la Romania (e, si spera, in futuro anche altri Paesi dell’area) a dotarsi di un’efficace Protezione civile basandosi sull’esperienza di quella italiana e in particolare dell’ANA.

    Numerosi altri argomenti sono stati oggetto del dibattito. È stata evidenziata l’esigenza che anche le Sezioni estere mantengano un’adeguata capacità operativa, almeno in sintonia con quella svolta in passato, nonostante la purtroppo costante riduzione degli effettivi, analogamente a quanto avviene in quelle italiane. La presenza di presidenti “giovani” in alcune Sezioni europee è opportuna per individuare ed attuare iniziative per promuovere nei Paesi di rispettiva residenza i valori propri dell’ANA.

    A questo proposito è stato dato atto del contributo recato dalla nascita de “L’Al- Un momento del pranzo: a sinistra il Ministro della Difesa Nikolaj Mladenov e, a destra, l’ambasciatore Stefano Benazzo. pino in Europa”, il giornale pubblicato dalla sezione Germania: su questa tendenza è stata presa in esame la possibilità di unire le Sezioni all’estero in un unico Raggruppamento.

    I presidenti delle Sezioni europee hanno quindi confermato al presidente Perona la loro piena condivisione delle posizioni da lui assunte in occasione di un recente episodio in difesa dei valori dell’ANA e delle norme che regolano i rapporti fra il vertice dell’Associazione e i suoi iscritti. Ultimo argomento: la partecipazione delle sezioni all’estero all’Adunata nazionale di Bolzano il 12-13 maggio 2012.

    Lezioni emerse dalla Conferenza: aumentare il contatto con le Sezioni estere, dare loro maggiore facoltà di offrire spunti di dibattito per l’attività dell’ANA in Italia e all’estero, individuare metodi per reperire alpini in altri Paesi ex comunisti: è impensabile ad esempio che non esista un Gruppo ANA in Russia. Non riesco a credere che non vi siano alpini desiderosi di entrare in contatto fra loro.

    Prego tutti i membri dell’ANA che conoscono alpini residenti in Russia ad invitarli a farsi vivi con me, all’indirizzo email: stefano.benazzo@esteri.it Anche perché la presenza dell’ANA in Russia è da anni una realtà. E perché chi scrive è stato presente, a fianco del compianto generale Benito Gavazza (l’allora direttore di Onorcaduti), alla riesumazione del primo Caduto alpino dalla terra di Russia, poco dopo il 1989.

    Stefano Benazzo
    Ambasciatore d’Italia a Sofia Presidente della Sezione Balcanica-Carpatica-Danubiana


    Bulgaria: culla del rito ortodosso e dell’alfabeto cirillico

    La Bulgaria confina con la Romania, la Turchia, la Grecia, la Macedonia e la Serbia. Ha una superficie di 110.994 km quadrati, equivalente circa a quella delle Regioni italiane dal Nord fino all’Emilia Romagna inclusa. Ha 7,5 milioni di abitanti, di cui circa 10 per cento di etnia turca e 5 per cento Rom. È membro della NATO dal 29 marzo 2004 e dell’Unione Europea dal 1° gennaio 2007. È il Paese europeo che più a lungo ha avuto lo stesso nome: fin dal VII secolo l’allora entità statuale “Bulgaria” firmava trattati con l’Impero Bizantino.

    Nel 331 dopo Cristo l’Imperatore Costantino voleva fare di Serdica (il nome antico dell’attuale capitale Sofia) la capitale dell’Impero Romano d’oriente. Il Senato decise invece di collocare la seconda Roma a Bisanzio, che divenne successivamente Costantinopoli, e poi Istanbul. Dopo l’Impero romano, la Bulgaria ha lottato per circa un millennio per difendere la propria indipendenza. Ma la Bulgaria è stata anche la culla del credo ortodosso, che da qui si è esteso a tutti i Paesi slavi, e dell’alfabeto cirillico, ideato dai Santi Cirillo e Metodio (IX secolo), nominati “Patroni d’Europa” nel 1980 da Papa Giovanni Paolo II, in riconoscimento del loro essenziale contributo alla nostra millenaria civiltà cristiana. (Sì: quella citata nella Preghiera dell’Alpino…).

    La Bulgaria ha subito circa cinque secoli di dominazione ottomana, ha avuto un regime comunista dal 1944 al 1989, e sta adoperandosi per adeguare i propri standard in materia di democrazia, giustizia, lotta alla corruzione, rispetto delle norme di mercato vigenti nell’Unione Europea.

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    La sezione Balcanica-Carpatica-Danubiana (BCD) ha ricevuto il vessillo all’Adunata di Torino nel maggio 2011. Comprende due Gruppi in Romania e uno in Bulgaria, per un totale di 68 alpini e 31 amici degli alpini. Ricerche sono in corso in vari Paesi dell’area per individuare altri alpini. In Bulgaria, attualmente, risiedono un migliaio di italiani e operano circa 700 aziende italiane. Una prima emigrazione italiana verso la Bulgaria si è verificata fin dal 1878, in coincidenza con l’ottenimento dell’indipendenza dall’Impero Ottomano. Dopo il 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, vi sono stati sempre più connazionali residenti ed operanti nei Paesi dell’Est europeo.

    Di qui la fondazione di una sezione dai contorni fluidi che permettesse di riunire tutti gli alpini dell’area. Gli alpini della Sezione hanno spesso un’età inferiore rispetto a quella dei membri delle Sezioni della “vecchia” Europa e degli altri continenti; sono generalmente emigranti non stanziali ma temporanei, in quanto molti tornano in Patria al termine del loro contratto o si trasferiscono in altri Paesi a causa del loro lavoro e risiedono in centri spesso distanti dalla sede della Sezione, il che comporta la necessità del ricorso abituale alla posta elettronica per le comunicazioni. Inoltre, mentre gli emigranti italiani nella “vecchia” Europa andavano a cercare lavoro, i connazionali operanti nella “nuova” Europa portano investimenti, creano lavoro e idee, come quella di un sistema di protezione civile.

    Essi non sono stati costretti ad emigrare per sopravvivere, ma sono emigrati con la consapevolezza di portare delle capacità lavorative uniche o di trovare situazioni di impiego consone alla loro preparazione ed alle loro aspettative. Gli alpini della BCD sentono fortemente la responsabilità di portare a vantaggio dell’Associazione gli effetti positivi delle loro iniziative nei Paesi di rispettiva residenza – per esempio con il loro progetto inteso ad aiutarli a dotarsi (come nel caso della Romania) di un più efficace sistema di protezione civile – offrendo così lo spunto per un ulteriore innalzamento dell’immagine dell’Italia e degli alpini.