Un gesto dal cuore

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    Alcuni giorni fa, ho ricevuto una telefonata da un amico, un artigliere da montagna, Egidio Bellini, Capogruppo di Palazzuolo sul Senio, il quale mi dice: «È morto un alpino non è più iscritto al Gruppo da anni, sai secondo il regolamento…». Lo interrompo dicendo: «Al diavolo il regolamento! Acqua, neve o vento ci sarò». Il Signore mi ha esaudito, una nevicata improvvisa ci accompagna per tutta la funzione. Il parroco lascia le porte aperte della chiesetta di montagna, il freddo si fa sentire, dentro alcuni alpini, i parenti e alcuni amici. L’immagine sembra di altri tempi, la bara, i fiori e sopra il vissuto cappello alpino, fuori nevica, con questo freddo spero in cuor mio che la tromba non mi tradisca, un respiro profondo e comincio a suonare Stelutis alpinis! Il suono giunge fino all’esterno, dove i più si sono ritrovati a causa della pandemia. Terminata la funzione, appena fuori dalla chiesa il sergente dà l’attenti, le note del silenzio si diffondono umilmente tremando per l’emozione, come per non disturbare l’alpino “andato avanti”. Poi all’unisono gli alpini gridano: presente! Il figlio non finiva più di ringraziarmi, premuroso voleva fare un’offerta, che assolutamente ho rifiutato. Quello che mi appaga di più è riuscire a rispettare la richiesta dell’alpino passato a miglior vita, appagando così anche i familiari con un piccolo gesto.

    Kostis Atanasio, Gruppo di Marradi, Sezione di Firenze

    Caro amico, innanzitutto complimenti per il modo in cui scrivi. Saresti un buon romanziere! Nel merito, vorrei dire che davanti a un alpino che non era iscritto all’Ana, gli atteggiamenti possono essere due. Quello istituzionale, che legittimamente prevede una ritualità, prevista per gli iscritti, e quello del… cuore in cui si risponde in base alla conoscenza, all’amicizia e all’affetto che si nutre per le persone “andate avanti”.