Un amico vero

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    Ci sono temi che ciclicamente irrompono sulle nostre riviste creando confronti e scambi di idee, spesso condite da proposte anche singolari. Uno di questi è l’eterna questione del cappello ai nostri amici che da sempre è un nervo scoperto. Voglio raccontarti un fatto capitato anni fa nel mio Gruppo, a questo proposito: un amico, Angelo, prezioso collaboratore soprattutto in merito ad un’importante opera del Gruppo, la creazione della Casa di pronta Accoglienza, un giorno viene a trovarmi. Visibilmente eccitato, mi dice: “Mia moglie mi ha fatto un grande regalo, un cappello alpino, così potrò venire con voi alle manifestazioni e alle Adunate!”, mostrandomi un bantam nuovo di zecca. Aveva un anno più di mio padre, Angelo, ma negli occhi in quel momento aveva l’emozione e l’eccitazione che vedevo spesso in quelli di mio figlio, allora bambino. Non avevo avuto il coraggio di deluderlo ma, tornando a casa, mi chiedevo con ansia come avremmo potuto risolvere al meglio la faccenda. La risolse lui. Qualche giorno dopo, infatti, venne da me e mi disse: “Sai, ci ho pensato e non è giusto che porti quel cappello, perché io non ho fatto l’alpino; allora ho messo un gancio sulla parete dell’ingresso di casa mia e l’ho appeso. Così chiunque entra in casa mia sa di entrare in casa di un Amico degli Alpini!”. Sono passati gli anni, Angelo è scomparso e non so che fine abbia fatto quel cappello alpino. So però che per parecchi anni ha fatto la felicità ed è stato, pur non essendo mai stato indossato, l’orgoglio di un amico. Un vero Amico degli Alpini!

    Giuliano Perini Gruppo di Cinisello Balsamo, Sezione Milano

    Angelo, oltre ad avere avuto il cuore alpino, era un uomo intelligente. Ha capito da sé che indossare un cappello senza averne titolo è come mettersi una fede al dito senza essere sposati.