TRENTO – Dal Pasubio al Kosovo

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    Un’aula multimediale per la scuola di Štrpce e alcune attrezzature sanitarie, tra cui due defibrillatori e un elettrocardiografo, per un Centro di medicina familiare a Mališevo. La generosità degli alpini trentini è arrivata fino in Kosovo, dove una piccola delegazione, guidata dal Presidente della Sezione di Trento Maurizio Pinamonti, dal Consigliere sezionale Gregorio Pezzato e dalla madrina degli alpini di Nomi, Maddalena Delaiti, ha consegnato alla comunità locale il frutto di una raccolta fondi – circa 11mila euro messi insieme tramite iniziative solidali – avviata tra tutti i gruppi alpini della provincia.

    Il progetto, come spesso capita nel mondo alpino, è nato da un incontro. E dalla profonda amicizia coltivata all’ombra del Pasubio tra il Gruppo di Vallarsa e gli uomini dell’8º reggimento artiglieria terrestre Pasubio, chiamati da Salerno per una missione di cooperazione civile e militare di supporto all’educazione e dalla sanità in Kosovo. Da qui l’idea di aiutare quella terra e di destinare, in accordo con il Cimic del Multinational Battle Group West, i fondi raccolti alle realtà locali che più ne avevano urgenza. La scelta è ricaduta su due strutture: la scuola elementare “Saja Markovic” del villaggio Gornja Bitinja, frequentata da circa 100 alunni di etnia serba, dove è stata allestita un’aula multimediale con una decina di nuovi computer e una lavagna interattiva, e il presidio di medicina familiare “Dr. Shpetim Robaj” della municipalità di Mališevo a maggioranza kosovaro-albanese.

    Al taglio del nastro c’erano l’ambasciatore italiano Piero Cristoforo Sardi, il Presidente Pinamonti, il comandante del Mnbg-W col. Gianfranco Di Marco, i rappresentanti delle istituzioni locali e tantissimi bambini. Grande apprezzamento anche da parte del direttore del presidio medico, il dottor Nuhi Morina, che ha ringraziato di cuore gli alpini trentini perché le nuove attrezzature non solo elevano la qualità dei servizi offerti alla popolazione locale, ma offrono la possibilità concreta di salvare vite umane.

    «Il sorriso dei bambini, la soddisfazione del personale medico dell’ospedale per la famiglia, la gioia delle suore a cui abbiamo riconsegnato la statua di una madonnina che era stata danneggiata: sono tutte emozioni che porteremo per sempre nel cuore. E tutto questo, ancora una volta, è stato possibile grazie alla solidarietà alpina e all’impegno di diverse persone che si sono attivate per questa nuova causa» ha detto con orgoglio Pinamonti. Dire quello che è successo in quei giorni non è facile ma si può sintetizzare nell’avverbio “emozionante”.

    «Emozionante – ha aggiunto – è stato abbracciare tanti amici. Quelli ‘vecchi’, incontrati sul Pasubio, scarpinando; e quelli nuovi, conosciuti a Persano (Salerno), un anno fa». Non è stata una gita, né un viaggio di piacere, ma un incontro fra persone. Una condivisione di ideali costruiti su un’amicizia vera. Fatta di… fatti, più che di parole.