Inostri lettori si chiederanno come può la nostra rivista rievocare un combattimento in terra africana sostenuto dai paracadutisti superstiti di El Alamein della divisione Folgore, una divisione che divide con gli alpini le maggiori glorie del secondo conflitto mondiale. C’entra, perché nel combattimento di Takrouna di fine aprile 1943, in Tunisia contro neozelandesi e maori, tra gli uomini della Folgore vi era il capitano degli alpini Carlo Lombardini, comandante di una compagnia e anche una squadra di parà provenienti dagli alpini. Squadra che, sotto la guida del sergente maggiore Sanità scalò, con la tecnica usata nel 1915 per la conquista del Monte Nero, un muraglione di roccia al culmine del quale sorgeva il paese.
Il risultato fu lo stesso, con i maori terrorizzati che fuggirono o si arresero. Fu l’ultimo attacco italiano. Poi a maggio, sommersa dagli inglesi e loro alleati da est e dagli americani da ovest, la nostra 1ª Armata, guidata da Messe, si dovette arrendere. Nikolajewka era passata ormai da quattro mesi, per cui ogni azione dell’Esercito Regio terminava qui, in attesa della disfatta voluta da Badoglio.
Il riscatto, attraverso il Corpo di Liberazione verrà dopo, molto dopo. Per ricordare questo fatto d’arme il 23 aprile 2006 l’Associazione Paracadutisti ha organizzato una cerimonia nella località tunisina: e ha fatto benissimo in un’Italia immemore come l’attuale. Un omaggio a chi è caduto per la Patria senza chiedere se si trovasse o meno dalla parte sbagliata.
Erano presenti l’addetto militare, capitano di vascello Romano Sauro, discendente dell’eroe Nazario, ufficiali tunisini del ministero della Difesa, numerosi addetti militari tra cui il tedesco, il russo e lo statunitense. L’Italia era rappresentata dalla dottoressa Tosca Barucco, mentre per l’ANA era presente il generale degli alpini Giorgio Canavero, che tanti ex AUC ricorderanno come insegnante presso la SMALP. Gli onori militari ai Caduti sono stati resi da un picchetto di soldati tunisini.