Sulla cima del Pasubio

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    Pioggia, nebbia, vento freddo hanno messo a dura prova gli alpini saliti sul Pasubio l’1 e 2 settembre per il tradizionale pellegrinaggio. Proprio l’ambiente della canta: “Era una notte che pioveva”, affrontato con mantelle e piumini tirati fuori in tutta fretta. «Ma quassù, cent’anni fa – ha detto il Presidente della Sezione di Vicenza Luciano Cherobin – quei ragazzi sopportarono ben più di quattro gocce d’acqua e dettero la vita per la comunità.

    La loro dignità deve essere sempre ricordata, non solo attraverso cerimonie di questo tipo, ma anche nella quotidianità». Quest’anno il pellegrinaggio ha visto anche la massiccia partecipazione dell’Associazione Nazionale Fanti di Vicenza e come di consueto è iniziato sabato, con le commemorazioni alla chiesetta di Santa Maria e sui Denti austriaco e italiano, sulla cima del Pasubio, a quota 2.200 dove per la prima volta è salita anche la Lampada della pace, il cui “cammino” è iniziato venerdì, dal santuario di Monte Berico a Vicenza. Trasportata in “campagnola” dai gruppi alpini della zona “Masotto”, ha fatto diverse tappe fino alla chiesetta del Pasubio ed è poi stata portata a spalla fino ai Denti, dove è stato reso onore ai Caduti italiani e austroungarici.

    Suggestivo ed emozionante il Silenzio suonato da Mirco Framarin, con le note portate via dal vento e disperse nella nebbia. Forse era una giornata così il 17 ottobre 1916, quando il ten. Urli e sei alpini dell’Aosta, a difesta del Dente austriaco, sparirono nella nebbia difendendo la posizione appena conquistata dai massicci contrattacchi imperiali. Per questo motivo, oltre agli alpini e ad una dozzina di vessilli sezionali, era schierato un plotone di alpini in armi dell’Aosta, il battaglione che sul Pasubio guadagnò la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Particolarmente suggestivo domenica mattina, mille metri più in basso, il colpo d’occhio offerto dall’Ossario durante la celebrazione, con il sacello avvolto dalla nebbia e gli alpini schierati alla perfezione, nonostante la pioggia battente. Ad accompagnare la deposizione delle corone d’alloro, dedicate al ricordo dei Caduti e sistemate all’interno dell’Ossario, le note della fanfara storica di Vicenza, che hanno anticipato gli interventi delle autorità. Manuele Bozzetto, presidente dei fanti vicentini, ha ricordato ed elogiato «le vittime del conflitto e il sacrificio compiuto.

    Sono da ricordare anche in prospettiva futura, guardando alle nuove generazioni e al senso civico. Ed è un onore oggi condividere questo con gli amici alpini». Sono intervenuti il sindaco di Valli del Pasubio Armando Cunegato, il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, il gen. Domenico Innecco presidente Fondazione 3 Novembre, il comandante del Reggimento addestrativo alpino di Aosta colonnello Giovanni Santo e i rappresentanti nazionali di alpini e fanti, Silvano Spiller e Gianni Stucchi. A chiudere la mattinata, la Messa celebrata da don Fabio Sottoriva, animata dal Coro Ana di Thiene, seguita dal classico rancio alpino allestito dal Gruppo di Marano Vicentino.

    Dino Biesuz