STORIA DI GEMONA Tenaci nell'operare, fedeli nella memoria

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    di Giovanni Lugaresi


    Tra le ferite pi gravi inferte dal terremoto del 1976 al Friuli, quella subita da Gemona fu memorabile: un po’ meno di Venzone e di Osoppo, ma comunque, assai preoccupante. Eppure, se oggi si va in quell’angolo di Friuli legato ad una storia bimillenaria, col suo stupendo Duomo romanico gotico (che resistette al sisma), con i ruderi del castello antico, si resta meravigliati, perch del terremoto restano pochissimi (e lievissimi) segni. Come del resto in tutta la regione, nella quale si lavor bene e rapidamente, con il concorso significativo e importantissimo degli alpini.
    Alpini, che qui ovviamente sono di casa, come ovviamente lo sono in tutto il Friuli, zona dove tutto parla di Julia. E dove nel 2000 sono stati festeggiati i 75 anni di vita della sezione. Una sezione che non nacque dal nulla, cos, un bel giorno, ma che trovava origine da un gruppo preesistente (e attivo) di penne nere reduci dalla Grande Guerra: il gruppo Monte Canino.
    Nella sua non breve storia, questa piccola sezione dell’ANA non ha compiuto grandi imprese, ma la sua presenza l’ha sempre fatta sentire. Si pensi che negli anni della guerra e dell’immediato dopoguerra (1940 1946), ci si prodig a favore dei richiamati con l’erogazione, secondo l’opportunit, di assistenza alle loro famiglie. Ma stato soprattutto a partire ai primi anni Sessanta che le penne nere gemonesi si sono prodigate in casi di calamit, da una parte, e pensando a realt locali da salvare, dall’altra.
    E’ del 1963 una sottoscrizione per i sinistrati del Vajont ed di tredici anni dopo, la tragedia che colp direttamente, con la popolazione, anche loro, gli alpini: quattordici fra penne nere e loro familiari persero la vita, cos come si ricorder 29 alpini in servizio, furono uccisi dal crollo della caserma Goi.
    Va da s che con una tragedia simile in casa, le penne nere di Gemona si rimboccarono per prime le maniche, unite ai commilitoni venuti da tutta Italia per lavorare nel cantiere 4.
    Ma finita l’emergenza in casa propria, per cos dire, l’ANA gemonese riprese ad occuparsi dei problemi del prossimo; ed eccola impegnata nella raccolta di firme per l’erigendo ospedale per la prevenzione e cura del cancro in quel di Aviano (Pordenone), nella erogazione di contributi ai terremotati del Montenegro. E ancora, insieme ai commilitoni bergamaschi e ad emigranti tornati al paese, ecco la ricostruzione della chiesa di San Rocco, pezzo storico risalente alla fine del 400 primi del 500: lavori avviati nel 1980 e conclusi l’anno successivo.
    Il 1983 nella memoria di tutti l’Adunata nazionale si svolse a Udine e nell’occasione, Gemona rivolse il suo grazie, attraverso il sindaco alpino Benvenuti, alle penne nere che avevano lavorato nel cantiere numero 4: quelle bergamasche, di Brescia, Sal, Valle Camonica, ai genieri tedeschi e ai militari del quarto e quinto corpo d’armata. Non poteva mancare una calda ospitalit, manifestatasi nella accoglienza (nelle ricostruite case degli alpini) dei commilitoni
    che avevano lavorato per la ricostruzione. In quello stesso anno, i soci dell’ANA dettero un apporto non indifferente alla ricostruzione di case lesionate dal sisma del 1976 i cui proprietari non avevano alcuna possibilit di provvedere di persona.
    E sempre in tema di lavori, il 1984 vide la ricostruzione della chiesa sul Monte San Simeone, quella della chiesetta del Monte Cuarnan e poi una sottoscrizione per i terremotati d’Abruzzo. E’ del 1988 la intitolazione di una via di Gemona a Franco Bertagnolli, il presidente nazionale delle penne nere il cui nome rester per sempre legato all’opera di ricostruzione in Friuli.
    Andiamo avanti. 1993: insieme ai soci di altre sezioni friulane, i gemonesi partecipano ad una giornata al campo profughi di Punta Salvore (Croazia) attuando una collaborazione di Protezione civile nella messa in opera di prefabbricati (con relativi servizi igienici, e allacciamenti elettrici e idrici). Senza contare la significativa opera svolta in paese, con la posa dell’acciottolato (15 metri di lunghezza per parte) ai lati della Fontana vecchia, storico e artistico pezzo nella zona panoramica di Gemona. Nel giugno 1997, alla inaugurazione della Casa Vacanze di Zovello (Ravascletto) per ragazzi down, c’erano anche le trenta penne nere gemonesi, che avevano lavorato ogni fine settimana per la ristrutturazione dell’edificio.
    Fra tutte le opere svolte negli anni Novanta, spicca il Parco della rimembranza in quel di Campo Lessi: un ambiente di profonda serenit come stato sottoli neato dalle penne nere luogo ideale di raccoglimento e di meditazione, parco giochi per bambini, accurate zone con vegetazione a prato verde, riposanti panchine, monumento ai Caduti di tutte le guerre… Con una opportuna integrazione rappresentata dalla scultura, in grandezza naturale, del mulo, indispensabile e fedele compagno delle penne nere in pace e in guerra, omaggio alla sezione del socio Marco Bona.
    La fine degli anni Novanta stata caratterizzata da altre significative opere: risistemazione della chiesetta intitolata alla Madonna della Neve e inaugurazione della ancora votiva presso la chiesa di San Michele distrutta dal sisma del 1976 (un bassorilievo dello scultore Giovanni Patat); una raccolta di beni di prima necessit per il Kosovo e la partecipazione (con tre soci) all’operazione di Protezione civile Arcobaleno in Albania.
    Fra i lutti che hanno rattristato la vita delle penne nere gemonesi, uno in particolare stato sentito: la scomparsa di Italo Madussi, che nel periodo 15 31 maggio 1993 aveva lavorato (unico della sezione) a Rossosch nella Operazione Sorriso e un altro non ha lasciato certo indifferenti: la morte, alla vigilia dei cento anni, di Eugenio Cucchiaro, classe 1901.
    Ma dire Gemona dire anche il battaglione omonimo ed andare con la memoria all’affondamento della motonave Galilea (marzo 1942) che trasportava le penne nere dalla Grecia in patria. Nel 1979, per iniziativa dei superstiti venne costituita l’associazione Naufraghi del Galilea, i cui componenti si incontrano ogni anno e alle Adunate nazionali sfilano con la sezione ANA di Gemona: una sezione piccola, con pochi iscritti, ma tenace nell’operare e fedele alle memorie.


    Il presidente della sezione Ivano Benvenuti, classe 43, gi funzionario delle Poste, sposato, 2 figli. Caporal maggiore del 3 artiglieria da montagna a Tarvisio, 1/75, gruppo Belluno, reparto comando.



    I presidenti della sezione, intitolata alla medaglia d’argento della Grande Guerra tenente Placido Bierti, sono stati, dal 1925: Gino Dosi, Alberto Liuzzi (caduto in Spagna nel 1937, medaglia d’oro al valor militare), Antonio Venchiarutti, Antonio Palese, Arturo Di Gianantonio, Alessio Silvestri e Mario Serafini.


    Nel consiglio direttivo i vicepresidenti sono Dario D’Inc e Valentino Stefanutti; segretario Renzo Fortin; tesoriere Alberto Ceschia.


    La sezione ha 821 soci e 220 amici degli alpini, suddivisi in 10 gruppi. Ha un coro e un giornale: il quadrimestrale Gemona alpina.
    La sede in comodato d’uso dal Comune.
    Due medaglie d’Oro e 20 d’Argento costituiscono il medagliere della sezione.
    Una curiosit: dal 1933 al 1942, un gruppo della sezione era a Villach (Austria), costituito da operai e personale delle Ferrovie dello Stato col residenti per motivi di lavoro; in tutto, una ventina, come risulta dal Libro degli iscritti della sezione di Gemona risalente ai primi anni Trenta.