Condivido le apprensioni riguardo il malcostume, il disprezzo per la bandiera e la mancanza di rispetto per le istituzioni. Sono orgoglioso del giuramento fatto qualche anno fa e credo che sia compito della nostra associazione impegnarsi a far rispettare quei valori. Alla prossima Adunata di Bergamo spero che in tribuna certe personalità abbiano la sensibilità di non schierarsi.
Fermo Frangi Como
Sulla nostra bandiera, sul nostro inno nazionale e sulla nostra lingua sarebbe opportuno fare una seria e pacata valutazione. Non sono colpi di calore estivi o balneari dei politici ma frutto di vent’anni di propaganda subdola e capillare. Mi riferisco all’opportunità di una massiccia campagna mediatica, a una rivalutazione della Festa del Tricolore con il massimo della visibilità. Pensiamoci e garbatamente reagiamo.
Pietro Masnovo
Avete ragione. Le campagne mediatiche servono a diffondere idee e comportamenti. Per mia formazione sono propenso però ad auspicare la diffusione dell’educazione civica piuttosto che affidarmi ad una moda passeggera. Mi pare, in ogni caso, che non ci sia la volontà politica per investire sulla prima e vada di moda solo la seconda. Salvo poi accorgersi che se non c’è interesse per i simboli dello Stato, non è che le cose vadano meglio. Anzi. Mi piacerebbe che ci fosse una ripresa dell’orgoglio nazionale, come quello che ci ha trasmesso il giuramento da reclute, ma non riesco a vederne uno spiraglio.
Pubblicato sul numero di dicembre 2009 de L’Alpino.