Silenzio assordante

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    Ho letto con estremo interesse il tuo editoriale in merito al 26 gennaio ovvero la Giornata della memoria e dal sacrificio degli alpini, come ho apprezzato la tua risposta alla lettera del numero di febbraio. Ma ti chiedo e mi chiedo: perché tanta riluttanza e l’assordante silenzio su questa giornata, con pochissime cerimonie svolte? Noi alpini per primi, anziché essere onorati ed orgogliosi creiamo inutili e sterili disquisizioni e ci facciamo le “fisime mentali” quasi a voler giustificare l’onore che abbiamo avuto rispetto ad altre Forze armate. Molte Sezioni e Gruppi ricordano e commemorano la battaglia di Nikolajewka il 26 gennaio ma a festeggiare la giornata del sacrificio alpino c’è riluttanza. Eppure, è stata istituita con legge dello Stato, approvata dal Parlamento e come tale, rispettosi delle istituzioni come siamo, dovremmo rispettarla, al pari delle altre ricorrenze e commemorazioni (ricordo, solo come promemoria, la Giornata della memoria il 27 gennaio; la Giornata del ricordo il 10 febbraio, il 25 aprile, il 2 giugno, il 4 novembre). Il mio Gruppo ha organizzato e partecipato con passione alle commemorazioni sia del 26 gennaio organizzata in proprio, sia del 27 gennaio e del 10 febbraio organizzate dall’amministrazione comunale e a tutte ha partecipato il sindaco con la fascia. Non crediamo di essere speciali ma di essere rispettosi non solo delle istituzioni ma anche dei profondi significati che tali commemorazioni rappresentano e non solo li facciamo nostri ma cerchiamo di trasmetterli a chi ci sta attorno.

    Giorgio Vivori – Gruppo di Arco, Sezione di Trento

    Più che di assordante silenzio, caro Giorgio, parlerei di una partenza in sordina per la Giornata della memoria e del sacrificio degli alpini. Un po’, credo, perché la famiglia alpina è storicamente piuttosto lenta a metabolizzare le novità e un po’ perché la Giornata coincide dal punto di vista del calendario con le manifestazioni che da ottant’anni si organizzano per ricordare Nikolajewka. Un plauso al tuo Gruppo che, come altri (pur non tantissimi), ha saputo dare dignità celebrativa alla “nostra” Giornata e a tutte le altre: confido che nei prossimi anni sempre più Sezioni e Gruppi sappiano adattare il loro calendario all’importanza della ricorrenza. Credo anche che quelle che tu definisci “fisime mentali” appartengano più ad altri che non agli alpini (non dimentichiamo che tra questi c’è lo stesso presidente della Repubblica, il quale, pur promulgando la legge, ha sottolineato in una lettera la necessità di non fare distinguo celebrativi tra i meriti dei Corpi dello Stato). Resta comunque il fatto incontrovertibile, fai bene a ricordarlo, che la legge c’è. La data è stata scelta dai parlamentari che l’hanno proposta e il testo è stato votato pressoché all’unanimità da Camera e Senato, che ce l’hanno messa su un vassoio d’argento. Direi che non ci resta che portare in tavola.