Quali sono i rapporti fra mondo militare e comunicazione, e quali le sinergie e la collaborazione fra le Forze armate e, in special modo, tra il comando dei reparti alpini e la nostra Associazione?Sono stati i temi di una tavola rotonda che si è tenuta a Verona, al Circolo ufficiali di Presidio il 3 ottobre scorso presenti il vice presidente nazionale vicario Marco Valditara, il vice presidente Sebastiano Favero, il direttore del nostro mensile Vittorio Brunello, il gen. di C.A. Armando Novelli e il vice comandante delle Truppe alpine gen. Gianfranco Rossi con il capo dell’Ufficio di Pubblica Informazione col. Maurizio Paissan. Presenza eccezionale, la medaglia d’Argento al V.M. Nelson Cenci, che ha portato un formidabile contributo alla discussione, come don Bruno Fasani, direttore del Monte Baldo .
Quotidianamente, l’Ufficio Pubblica Informazione del comando Truppe alpine, così come quello del contingente in Afghanistan inviano, non solo a L’Alpino ma anche al sito delle altre nostre sezioni, notizie di vario tipo. Proprio per questo era necessario un incontro, che nei programmi sarà solo il primo organizzato dal Comando Truppe alpine nella persona del vice comandante gen. Rossi e dalla Commissione servizi informatici e Comunicazione presieduta da Cesare Lavizzari per discutere strategie di una comunicazione che, oltre a circolare all’interno degli ambiti comuni, sia rivolta anche alla più vasta platea della stampa nazionale. La discussione, moderata da Lavizzari, è stata a tutto campo e ha investito la molteplicità delle forme e degli strumenti della comunicazione ed ha gettato le basi per un interessante approfondimento. Questo di Verona, dunque, è stato il primo incontro sul tema, ma promette già bene.
Dapprima il gen. Novelli, partendo dal classico postulato del giornalismo secondo il quale una notizia che non appare sui giornali è come se non fosse mai accaduta , ha rilevato che giornali e televisioni parlano dei nostri militari molto più oggi che in passato, e che c’è un crescente interesse nei riguardi delle nostre Forze Armate. Fra alpini in congedo e alpini in armi, mondo al quale appartengo ha aggiunto Novelli la comunicazione reciproca esiste e sarà garantita anche in futuro dai giovani ufficiali che affiancano i responsabili P.I. Per quanto riguarda la comunicazione dell’Esercito con i media nazionali è compito del ministro della Difesa e dello Stato Maggiore, che lo svolgono molto bene . Oggi, questa la tesi di Novelli, i giornali e la televisione si interessano dei nostri soldati perché hanno capito quello che stanno facendo. Per questo, nella considerazione dei cittadini, siamo fra le prime istituzioni del Paese: evidentemente di strada ne abbiamo fatta tanta, anche nel settore della comunicazione .
Lorenza Sala, responsabile della comunicazione della casa editrice Mursia, ha trattato delle strategie della comunicazione, forte della sua esperienza di uffici stampa; Giangaspare Basile, caporedattore de L’Alpino, ha svolto una relazione sulle tecniche di giornalismo trattate in lunghi anni di docenza. Delle regole dell’intervista e della necessità di selezionare le notizie da inviare ai media ha parlato Carlo Gobbi, della Gazzetta dello Sport mentre l’alpino Bruno Pizzul, ha portato la sua esperienza nel mondo della televisione e sportivo in particolare, con succosi aneddoti e preziosi suggerimenti e segreti a chi fa, o partecipa a servizi televisivi. Michele Tresoldi, webmaster del sito ANA, ha tracciato una panoramica della realtà e delle possibilità della rete e dei suoi sviluppi, in particolare nel settore della informazione.
Tanto che viene ipotizzato il momento in cui i giornali su internet sostituiranno la carta stampata. Ipotesi sostenuta anche da Lavizzari, che ha parlato delle economie e della facilità dell’informazione attraverso la rete. Un’informazione che tratti soltanto del passato, priva di retorica e nostalgismo l’ha auspicata il giornalista don Bruno Fasani. Vorrei che il mondo degli alpini in congedo fosse capace di esprimere, attraverso figure giornalistiche, la loro voce sulla pesante situazione sociale in cui ci troviamo, che fosse capace di portare un sussulto di dignità civile. Credo che sarebbe auspicabile che l’Associazione dicesse qualche volta cosa ne pensa . Parlare, scrivere, dunque, senza remore che non siano la verità.
Nelson Cenci, ascoltato in silenzio e quasi con venerazione ha detto Quando sono tornato dalla Russia non avevo voglia di raccontare: avevo visto troppe tragedie. Poi, la sofferenza mi ha fatto capire che dovevo parlare, che la sofferenza può farci venire la voglia di volerci bene . Faremmo torto ai nostri lettori se limitassimo a questi interventi il vivacissimo dibattito e i momenti di grande interesse suscitati dalle varie osservazioni dei partecipanti. Proprio riferendosi all’interesse e all’importanza di questo incontro, il direttore de L’Alpino Vittorio Brunello, ha auspicato che ne sia informato il Consiglio Direttivo Nazionale attraverso i due vice presidenti presenti, Valditara e Favero, perché questo dibattito rimbalzi in sede nazionale perché il vertice rifletta sulle cose che abbiamo sentito, al di là di quanto fanno L’Alpino e le altre 172 testate associative, che non può essere esaustivo.
Perchè la nostra Associazione ha un ruolo che va al di là delle cose che facciamo con la nostra stampa, perché abbiamo un retaggio enorme. Il seme lo ha gettato il generale Rossi con il quale ho chiacchierato a lungo quando ancora comandava la Julia. Diceva: Dobbiamo fare qualcosa insieme a livello comunicativo, perché tutti sono bravi ma forse non siamo abbastanza incisivi . Credo che abbiamo un compito, in questo momento in cui siamo frastornati per le notizie deprimenti che ci arrivano.
Cerchiamo allora di mettere insieme sinergie unendo, all’esperienza di quanti hanno fatto di professione la comunicazione, la nostra passione alpina, la nostra storia, la credibilità che abbiamo nella società per trasmettere un messaggio alla società che ci guarda ancora con interesse e, perfino, fiducia. E che si possa quindi continuare a tramandare quella memoria che, in fondo, è il nostro comandamento principale .
Pubblicato sul numero di novembre 2010 de L’Alpino.