Catania e la Sicilia attendono la valanga di penne nere che si fonderanno con quelle siciliane nella grande kermesse alpina.
A Catania c’ attesa per l’appuntamento di maggio con gli alpini. Pi che attesa, curiosit per la valanga delle penne nere in una citt tuttomare che raramente assiste a queste enormi manifestazioni di massa. Catania non Genova la Superba, una citt a dimensione d’uomo, con poco pi di trecentomila abitantidopo l’esodo di molte famiglie sulle propaggini dell’Etna. Per cui quella degli alpini sar un’onda che sommerger Catania, s’infiler nelle sue vie del centro storico, si allargher alla fascia costiera e arriver sino al pi alto vulcano attivo d’Europa.
Sar un abbraccio fraterno di proporzioni gigantesche. Maggio il mese pi bello, con il sapore dell’estate alle porte. E sar dolce piantare le tende sia in riva al mare, soprattutto sullo spiaggione della Plaja dalla sabbia gi calda, sia nei civettuoli paesini alle falde dell’Etna.
La sezione di Catania, in collaborazione con il Comune, la Provincia e l’Azienda provinciale del turismo stanno curando i dettagli della complessa organizzazione, scegliendo i punti dove sistemare i gruppi e allestendo i servizi necessari, sia pure spartani.
Il presidente della Provincia regionale Nello Musumeci, il sindaco di Catania Umberto Scapagnini, l’arcivescovo monsignor Luigi Bommarito daranno il solenne benvenuto agli alpini ricordandone i meriti in difesa della Patria e i valori che rappresentano. E sar anche bello assistere all’incontro tra gli alpini di Sicilia e i loro fratelli che arrivano dal Nord. Non sar solo un weekend di manifestazioni e di vacanza, ma anche una rappresentazione di buoni sentimenti.
Consentite al vecchio cronista di parlare di un fatto personale. Quando facevo l’inviato a tutto campo, dal terrorismo alla mafia, alle stragi sino ad arrivare alla Guerra del Golfo del 91, avevo un amico e un collega carissimo. Si chiamava Adriano Baglivo, inviato del Corriere della sera. Assieme a lui ho fatto tutto ed era sempre pronto ad aiutare amici e colleghi in caso di difficolt. Beveva e fumava come un alpino. Quest’uomo generoso, questo giornalista di valore, quando era in euforia, magari dopo avere scovato una buona notizia, diceva: Sono del 6 Alpini. E in questa frase racchiudeva l’essenza di se stesso e l’orgoglio di appartenere ancora al glorioso Corpo che l’aveva fatto crescere e diventare uomo. Peccato che non ci sia pi. L’ultima volta lo vidi su un elicottero militare a Mogadiscio per l’operazione Restore Hope, mi disse che poi sarebbe andato per sei mesi all’Ufficio di corrispondenza di Mosca. Quando torn nella sua villetta sul Naviglio, si mise a letto e mor senza dolore. E di lui mi ricordo ancora.
Ma torniamo all’appuntamento di Catania che ha delle particolarit. La prima il suo bellissimo centro barocco costruito da esperti mastri d’opera dopo che il terremoto del 1693 aveva distrutto la citt. Ci sono preziosit architettoniche che meritano di essere apprezzate, cos come conviene inoltrarsi per un centinaio di metri in via Garibaldi (che parte da piazza Duomo) e poi svoltare a sinistra per ammirare il Castello normanno, tra i pi imponenti e meglio conservati d’Italia. Sotto la superficie delle strade del centro c’ poi, seminascosto, l’anfiteatro romano, il pi grande dopo il Colosseo. Si entra da piazza tesicoro, poco distante da piazza Duomo, in via Etnea, e si scende in quella che era l’arena dei gladiatori e che si estende sino ad arrivare ad un teatro romano pi piccolo, l’Odeon, utilizzato allora per gli spettacoli classici. C’ un pezzo di Roma da visitare.
Ma gli alpini amano soprattutto la natura. E dunque cosa ci pu essere di meglio di un tuffo in mare, sotto il sole di maggio?
Tony Zermo