San Maurizio, martire della Fede

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    Altitudines conscendere montium Patriaque fines inter asperrimas difficultates viresque naturae tutari : Scalare le montagne e difendere i confini della Patria fra asperrime difficoltà e forze contrarie della natura , è l’inizio del privilegio di Pio XII datato 2 luglio 1941 con il quale il cardinale Carlo Salotti, prefetto della Sacra Congregazione dei Riti, comunicava al gen. M.O. Ugo Pizzarello, comandante del X Reggimento alpini (così si chiamava allora l’ANA, per disposizione del re) di aver posto gli alpini sotto la tutela di San Maurizio.

    La ricorrenza del nostro patrono cade il 22 di settembre. È frequente, nelle sedi degli alpini, trovare stele e lapidi dedicatorie di San Maurizio: per esempio al rifugio Contrin, di proprietà dell’Associazione, al nostro Soggiorno alpino di Costalovara, la cui cappella è dedicata proprio a San Maurizio, alla caserma Menini di Vipiteno, sede del 5º Reggimento che dal mese scorso si trova in Afghanistan: segni d’una devozione diffusa da alpini in armi e in congedo, devoti a questo guerriero che aveva abbracciato la religione cristiana con tutti i suoi uomini.

    Maurizio fu martirizzato nel 285 da Massimiano, al quale l’imperatore Diocleziano che aveva diviso l’impero romano in quattro parti governate da due Augusti e due Cesari aveva affidato l’Occidente. Maurizio era un soldato di valore, divenuto giovanissimo comandante della Legione la cui fama di invincibilità era ben nota all’imperatore Diocleziano. Fu per questo che venne inviato nelle Gallie, per dare man forte a Massimiano impegnato a fronteggiare i Quadi e i Marcomanni che premevano sui confini dell’impero. La legione tebana raggiunse Roma, poi Torino (Augusta Taurinorum), poi Aosta (Augusta Praetoria), passò sotto l’arco di Augusto e attraverso il Summus Phoeninus (il valico di San Bernardo) scese nel Vallese.

    Qui Massimiano, che prima di avviare la campagna di guerra voleva rafforzare la sua immagine divina, chiese ai soldati riti divinatori. Maurizio e i suoi tebani, acquartierati ad Agaunum, si rifiutarono di celebrare agli dei pagani. Era troppo: Massimiano ordinò che fosse ucciso un tebano su dieci. La decimazione continuò ad ogni successivo rifiuto finché l’imperatore ordinò che l’intera legione ribelle e per giunta cristiana 6666 uomini fosse sterminata.

    Fra gli scampati, un comandante di centuria, Alessandro, che riparò in Italia ma benché perseguitato non smise di predicare il cristianesimo: dopo varie vicissitudini fu catturato a Bergamo e decapitato. Sul luogo è sorta la chiesa di Sant’Alessandro. Quanto a Maurizio e i suoi tebani, vennero proclamati tutti martiri della Chiesa e sul luogo dei Santi Tebei venne costruita una cappella e poi, nel 515, un’abbazia voluta da Sigismondo, re dei Burgundi. Attorno sorse un paese, che è Saint Maurice, nel Vallese, in Svizzera.

    Questo è il mese in cui si celebra la ricorrenza del martirio di Maurizio, soldato cristiano morto per la propria fede, che come è scritto nella pergamena papale, pro Patria decertavit, combatté per la Patria. Gli Alpini non potevano avere protettore migliore.