Risplende il sole!

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    Come ogni anno una teoria di cappelli alpini risale con passi diversi la strada che porta al rifugio Contrin al Bertagnolli, nell’Alta Val di Fassa. È una massa multicolore che si immerge nel mare verde di boschi e pascoli, che ripropone un evento per certi versi bello quanto l’Adunata, e forse di più perché qui si fondono assieme la gioia del ritrovarsi, con il piacere della fatica per l’escursione. 

     

    Il meteo non fa sconti e come previsto poco dopo le otto un forte acquazzone sorprende alpini ed escursionisti che, incuranti dell’acqua, puntano al rifugio. Eccolo finalmente: rivederlo riempie d’orgoglio. Chi, nei tempi diversi, si è occupato a vario titolo della sua completa ristrutturazione è conscio della grandezza dell’opera, e il metro per valutarlo è lo stupore di quanti salgono invece per la prima volta e si meravigliano di questo modello di moderna eco-compatibilità.

    Certamente il nostro orgoglio rispecchia quello dei nostri padri fondatori, se è vero come è vero che in un articolo comparso sul n. 5 de L’Alpino, anno 1920, così scriveva l’allora presidente Andreoletti a proposito del rifugio Contrin e della sua riedificazione: «Il nostro rifugio dovrà essere il modello dei rifugi alpini. E non sarà solo un rifugio, ma quasi un piccolo albergo.

    Con la indiscussa scienza di organizzazione di cui gli alpini sono maestri, noi siamo sicuri di fare, anche in questo campo, cose grandi!». Un rinforzo di temporale costringe però gli organizzatori a differire d’un quarto d’ora l’inizio della cerimonia, confidando sulle previsioni fornite dalla moderna meteorologia, ma soprattutto dalla battuta dell’inossidabile gestore, l’alpino Giorgio de Bertol, che dal 1970 gestisce la struttura per conto dell’Ana: «Tranquilli: al Contrin splende sempre il sole!», annuncia con ottimismo.

    La buriana passa e centinaia di gagliardetti e vessilli giunti da ogni parte d’Italia occupano la conca erbosa sopra il rifugio. A scortare il vessillo di Trento, la Sezione organizzatrice, a cui vengono resi gli onori, ci sono il Presidente nazionale Sebastiano Favero con diversi Consiglieri nazionali, e il gen. Marcello Bellacicco, vice comandante delle Truppe Alpine, giunto al Contrin con altri ufficiali e sottufficiali. L’ordine degli interventi di saluto vede avvicendarsi anche il sindaco di Pozza di Fassa, Giulio Florian e il Presidente della Sezione di Trento, Maurizio Pinamonti.

    Parole toccanti quelle del Presidente nazionale che inclina il suo intervento al ricordo dei Caduti ma soprattutto di Cesare Battisti, il martire trentino di cui, quest’anno il 12 luglio prossimo, ricorrono i cent’anni dalla morte. Quindi la Messa, celebrata da don Gianni Ciorra, tenente cappellano in servizio a Trento. I giovani dell’Ana, la Protezione civile della Sezione di Trento e la fanfara di Lizzana hanno permesso che tutto si svolgesse per il meglio.

    Al termine dell’ufficialità è ripresa la festa che ogni anno fa vivere con rinnovata emozione questo raduno che non sconta età. Il 2017 sarà certamente occasione anche per ricordare che la storia di questo rifugio cominciò ben 120 anni fa, dal momento che fu proprio nel 1897, e precisamente il 28 luglio, che l’Alpenverein di Norimberga inaugurò la Contrinhaus. Insomma: vietato non esserci e, del resto, al Contrin risplende sempre il sole!

    Paolo Frizzi

    paolofrizzi@studiolegalefrizzi.it