Ripartire insieme

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    Un altro anno è passato e se da un lato ha portato la riduzione della virulenza della pandemia da Covid-19 grazie al contributo dei vaccini e dell’impegno dei nostri volontari in tutte le fasi dell’evoluzione, in testa il responsabile dell’emergenza il gen. C.A. alpino Francesco Figliuolo, dall’altro a febbraio due nazioni a noi vicine, sono entrate in guerra con l’occupazione dell’Ucraina da parte della Russia.

    Nel frattempo, al nostro interno abbiamo avuto le elezioni politiche con l’insediamento di un nuovo Parlamento e di un nuovo Governo. Nel ringraziare Parlamento e Governo uscenti, auguriamo buon lavoro ai nuovi deputati e senatori e al Governo, nella speranza che operino tutti nell’interesse dell’Italia e soprattutto della formazione delle giovani generazioni che rappresentano il nostro futuro, futuro che non può e non deve prescindere dalla memoria e dai valori che ci appartengono, garanzia di identità e di condivisione.

    Per questo ancora una volta con cocciutaggine e determinazione chiediamo il ripristino di un periodo obbligatorio a servizio della Patria nel rispetto di quanto previsto dalla nostra Costituzione. L’augurio che mi permetto di fare ai nostri soci, amici, aggregati e simpatizzanti è di mantenere saldo il nostro riferimento identitario e il nostro essere un’associazione d’arma da sempre attenta al ricordo e alla memoria da un lato, alla solidarietà e alla condivisione dall’altro. Per questo è fondamentale l’unitarietà di tutte le nostre azioni e di tutte le nostre realtà operanti sul territorio, dai Gruppi alle Sezioni, dalla Protezione civile e Sanità alpina, al volontariato, nel pieno rispetto del nostro statuto che voglio ricordare è unico per tutti gli associati e modificabile solo dall’assemblea dei delegati.

    In questo periodo nuove norme a livello nazionale, soprattutto nel Terzo settore, ci vedono impegnati in un confronto con le istituzioni ai vari livelli per trovare una soluzione condivisa che però non deve in alcun modo cambiare la nostra identità associativa e il nostro modo di essere sul territorio perché è per questa ragione che la gente ci è vicina, ci vuole bene, ha fiducia in noi e ha come riferimento il nostro cappello alpino. Quest’anno il Corpo degli alpini compie centocinquant’anni, data che abbiamo ricordato in vari modi e in varie occasioni con il momento culminante il 15 ottobre in piazza Plebiscito a Napoli, città che vide il re Vittorio Emanuele II firmare il decreto che sanciva la formazione delle prime compagnie alpine.

    Un grazie a quanti hanno collaborato, nel corso dell’intero anno, alla riuscita delle manifestazioni, a conferma del saldo ed indissolubile legame tra alpini in armi, in testa il comandante gen. C.A. Ignazio Gamba e l’Associazione nazionale alpini. Un doveroso ricordo ai soci che quest’anno sono “andati avanti” e con loro ai nostri Caduti. A tutti i nostri associati, alle loro famiglie, agli alpini in armi di ogni grado, ai tanti sindaci amministratori che ci sono vicini, al nostro ministro della Difesa l’alpino Guido Crosetto, ai Capi di Stato Maggiore della Difesa amm. Giuseppe Cavo Dragone e dell’Esercito gen. C.A. Pietro Serino, al comandante del Covi, alpino gen. C.A. Francesco Figliuolo, al consigliere militare della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’alpino gen. C.A. Francesco Federici, al comandante delle Truppe Alpine, gen. C.A. Ignazio Gamba, un sincero augurio di un buon Natale e di un sereno 2023. Con un abbraccio alpino,

    il vostro presidente Sebastiano Favero