Realizzare un sogno

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    Come si passa da un’idea a un progetto condiviso? Come lo si realizza? Per gli alpini la risposta a queste domande è semplice: abbiamo una grande storia alle spalle da poter raccontare, una grande passione verso il presente da poter testimoniare e una grande visione del futuro al servizio della nostra Patria e di chi ha più bisogno. Questi sono i semplici ingredienti che conditi con la nostra innata capacità di stare insieme in modo conviviale, ci rendono riconoscibili e capaci di affrontare e vincere qualsiasi sfida. Così è nata un’idea. Attorno a un tavolo, una sera a cena in una trattoria di Torino, alla vigilia della prima Conferenza sul Centenario della Grande Guerra organizzata dall’Ana lo scorso ottobre.

     

    Come i “quattro amici al bar…” della celebre canzone, ci siamo trovati, tre alpini insieme al prof. Nicola Labanca che aveva accettato, con grande disponibilità, di essere uno dei relatori della Conferenza del giorno successivo presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito. Una cena improvvisata, decisa all’ultimo momento, perché tutti alloggiati nello stesso albergo. A tavola (luogo notoriamente famoso per stimolare la creatività e cementare i rapporti personali) ci siamo confrontati su alcuni episodi che testimoniano il valore e lo spirito di sacrificio degli alpini nella Grande Guerra, commentando l’impegno sempre vivo degli alpini dopo la naja, dal dopoguerra ai nostri giorni e le peculiarità della nostra Associazione. Parlando, dunque, è nata l’idea di far studiare a giovani laureandi e ricercatori, la storia della nostra Associazione che conta oltre 360.000 soci, come vero e proprio fenomeno sociale in prospettiva delle cerimonie legate al Centenario della fondazione dell’Associazione Nazionale Alpini nel 2019.

    Se è vero infatti, che la bibliografia sui fatti bellici che hanno visto protagonisti gli alpini è vastissima, poco si sa di tutto quello che gli alpini hanno fatto e fanno spesso in silenzio in tempo di pace. Il prof. Nicola Labanca, docente di storia Contemporanea all’Università di Siena è uno dei maggiori storici dell’età contemporanea del nostro Paese con numerosissime pubblicazioni al suo attivo, inoltre è l’attuale Presidente del Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico Militari che raccoglie ben 12 tra le maggiori Università Italiane (Università di Bologna-Ravenna, Milano Cattolica, Milano Statale, Modena, Padova, Pavia, Sapienza di Roma, Roma Tre, Pisa, Siena, Torino, Valle d’Aosta).

    Istituto che da quarant’anni sviluppa gli studi storico militari in collaborazione con le Istituzioni Militari, le Associazioni d’Arma e i vari Dipartimenti universitari di Scienze Storiche e dei Beni Culturali. Come Centro Studi Ana abbiamo elaborato, d’intesa con il Centro Interuniversitario, un progetto che abbiamo dettagliato in occasione di un incontro ai primi di gennaio presso la Sede Nazionale con il prof. Nicola Labanca, il Presidente nazionale Sebastiano Favero e i vertici della nostra Associazione. Il Consiglio Direttivo Nazionale, nella seduta dello scorso febbraio ha approvato all’unanimità la proposta e una lettera d’intenti è già stata siglata lo scorso mese di marzo.

    Il progetto delle “Borse di studio per il Centenario dell’Ana 1919-2019”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena e il Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico Militari, prevede di mettere a disposizione tre borse di studio semestrali a laureandi o ricercatori per il 2016, tre borse di studio semestrali per il 2017 e un assegno di ricerca annuale per il 2018. L’obiettivo è quello di ottenere, in prospettiva del 2019, un unico programma di lavoro coordinato su ricerche mirate in successione logica nell’anno del nostro Centenario, per poter poi restituire al pubblico i risultati dell’intero lavoro. La scelta dei macro temi da trattare è stata condivisa con il Centro Studi Ana. I temi all’interno dei quali i borsisti e l’assegnista lavoreranno, coordinati dal prof. Labanca, saranno i seguenti:

    • 1) Milano, 8 luglio 1919 nasce l’Associazione Nazionale Alpini. Chi erano i soldati e gli uomini con la penna sul cappello. L’idea, i fondatori, gli esponenti, l’organizzazione, gli uomini delle Sezioni e dei Gruppi. L’ansia della memoria.
    • 2) L’Ana del Ventennio. Equilibrio tra imposizioni del regime e indipendenza dalla politica. Dai Convegni Nazionali alle Adunate Nazionali.
    • 3) L’Ana del secondo dopoguerra. Lo sviluppo associativo dal mito degli alpini in tempo di guerra, all’alpinità in tempo di pace.
    • 4) Gli alpini della Repubblica, la leva di popolo, il reclutamento, le cinque Brigate, la Guerra Fredda, gli ufficiali di complemento e in servizio permanente effettivo.
    • 5) Lo sviluppo e l’impegno delle Truppe Alpine in tempo di pace. Dai tralicci dell’Alto Adige alle missioni di pace nel mondo. Dalla leva la professionismo, mutamento epocale, ma sempre con le radici ben salde nella tradizione.
    • 6) L’Alpino e i cento anni di stampa alpina, un’anima non di carta.
    • 7) L’Ana e l’evoluzione del collante associativo.

    Dall’appartenenza la reparto all’amicizia associativa. Dal mutuo soccorso alla solidarietà, il soccorso nelle calamità, la protezione civile, il libro verde. Cosa fanno gli alpini in silenzio. Abbiamo la certezza che l’Ana sarà all’altezza del suo Centenario e che questa iniziativa ci porterà a dialogare con tutto il Paese, in particolare con i più giovani per testimoniare e trasmettere i nostri valori. Per continuare ad essere un riferimento positivo per l’Italia. Noi alpini siamo certi di poter realizzare questo sogno.

    Mauro Azzi