Questa Pasqua di Resurrezione

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    ‘Presto si celebrer la Santa Pasqua; si diranno con fervore le Messe al campo. Lo spirito di don Carlo Gnocchi si porr sempre pi all’unisono con la fede dei suoi alpini…’.

    Cari fratelli alpini,
    nel ricordo commosso e per niente nostalgico di quanto hanno vissuto gli alpini nei momenti forti del Natale e della Pasqua sia in Grecia come in Russia con il servo di Dio don Carlo Gnocchi, mi caro presentarmi a voi, come sacerdote francescano e nato da una famiglia di alpini, per fare a voi, ai vostri gruppi e alle vostre sezioni e alle vostre famiglie gli auguri di serena e gioiosa Pasqua.
    Siamo una grande famiglia che sta per rivivere la resurrezione del Signore Ges come fatto centrale della sua fede, come incontro vitale con Ges di Nazaret morto e risorto per la nostra redenzione e per la nostra speranza, come esperienza dell’amore supremo di Dio fatto uomo.
    Poi siamo anche una chiesa rinata dalla Pasqua di Ges: infatti la sua morte e resurrezione, produrr in ognuno di noi il grande gaudio che hanno vissuto le donne e gli apostoli attorno al sepolcro vuoto: ‘Non qui, risorto’.
    Ma quale cammino mette davanti a noi questo evento della Pasqua perch lo ripercorriamo come sentiero sicuro?
    Credere che Ges non morto per sempre il venerd Santo, perch la potenza del suo spirito ha rotolato per terra la pietra del sepolcro; credere, soprattutto al suo amore per noi che ha vinto i nostri peccati: ‘Non c’ amore pi grande che dare la vita per gli amici’. Ben lo sanno gli alpini, che recitando la loro preghiera, sentono viva la presenza dei compagni andati avanti, e nella vita ne onorano la memoria e ne vivono i valori.
    Allora, ti auguro fratello alpino di non lasciarti vincere dalla diffidenza e dalla incredulit di fronte alla resurrezione di Ges.
    L’incredulit e il vuoto del cuore si possono superare nella misura in cui ci decidiamo di correre verso il sepolcro: l troveremo Ges risorto e il suo amore redentore.
    E’ quanto ti auguro a cuore aperto.
    Con fraterni saluti.
    padre Gianbattista Silini