Quella lampada ci rischiara il cammino

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    Le sezioni Marche e Trieste e i gruppi di Fiume, Pola e Zara – che fanno capo alla sezione di Venezia – si sono assunti l’onere di donare per un anno l’olio per la lampada perennemente accesa all’altare della Madonna del Don, nella chiesa dei Cappuccini, a Mestre, in ricordo degli alpini Caduti. L’olio per la lampada che arde per i Caduti e ci rischiara il cammino.

    Quest’anno ricorre il 70° anniversario delle fasi cruciali della Campagna di Russia ed è per questo che la rievocazione ha avuto anche momenti particolari nell’omelia di Padre Dario Zardo, il superiore dei Cappuccini. Ha esortato a non rendere cerimonie come questa, momenti dal significato fine a se stesso, ma da queste iniziare a essere interpreti del messaggio cristiano come impegno dovuto a tanti Caduti.

    Un impegno riaffermato anche alla tomba di Padre Crosara a Montecchio Maggiore, il cappellano che recuperò il miracoloso quadro da un’isba distrutta e lo portò in Italia. Alla tomba di padre Crosara è stata recitata la Preghiera dell’Alpino per tutti i Caduti, i dispersi e quanti hanno sofferto nella carne e nell’anima la tragica Campagna di Russia. La partecipazione alla ricorrenza è stata, come sempre, massiccia, con ben 24 vessilli sezionali non solo di sezioni del Veneto e del Friuli e poi tanti gagliardetti e la presenza del vice presidente nazionale Nino Geronazzo con i consiglieri nazionali Luigi Cailotto e Angelo Pandolfo.

    Dopo l’alzabandiera in piazza Ferretto sono stati letti piccoli brani, uno dei quali tratto dal libro “Salutami la mia mamma”, che raccoglie quaranta testimonianze di combattenti della seconda guerra mondiale, curato da Nadia Menghina, un libro che si aggiunge a tante iniziative che sgorgano dal bisogno di ricordare e far ricordare quanto hanno passato quei giovani d’allora. Giovani pieni di vita e di speranze che non si sono potute realizzare così come traspare dalle molte lettere dal fronte che sono state per l’occasione esposte nella Torre Civica di Mestre nella mostra “Qui fa freddo davvero”, curata dal socio Luca Collodel.

    Intenso e caloroso è stato l’indirizzo di saluto di Nino Geronazzo nella sala consigliare del Comune di Venezia (che a Mestre ha una seconda sede), che ha portato il saluto del presidente Corrado Perona e del CDN ed ha ringraziato il vice sindaco di Venezia Sandro Simionato per la collaborazione con il gruppo di Mestre e la sezione di Venezia nel lavoro di organizzazione di questa cerimonia.

    Il momento più importante, la donazione dell’olio, è stato preceduto dagli interventi di Fabio Ortolani e di Sergio Mercuri, rispettivamente presidenti della sezione di Trieste e Marche che hanno ricordato il contributo di valore e di sangue che gli alpini triestini e marchigiani hanno dato alla Campagna di Russia. Sono state ricordate le MOVM concesse agli alpini delle sezioni di Trieste e delle Marche, poi Gigi D’Agostini, capogruppo di Pola, ha evidenziato il contributo degli alpini dell’Istria, della Dalmazia e del Quarnaro con l’onore di ben 25 decorazioni. Sarebbe stato molto orgoglioso il compianto Sergio Macciò che, da presidente della sezione Marche, aveva chiesto di donare l’olio alla Madonna del Don, accettando volentieri la partecipazione di questi tre Gruppi esuli in Patria, come lo era lui, nato a Pola. Analogo è stato l’abbraccio degli alpini di Trieste.

    A nome della sezione di Venezia ringrazio le sezioni di Trieste e Marche, i nostri veci di Fiume Pola e Zara (a cominciare da Matteo Duiella, anni 92), il comando Truppe alpine, rappresentato dal col. Mega del 7° Alpini, che ha concesso picchetto e trombettiere, Paolo Boni e tutti gli alpini di Mestre, la fanfara alpina di Bagnarola (PN), il coro di Trieste che ha accompagnato la Messa e gli alpini delle sezioni di Vicenza e Valdagno che sono stati presenti e ospiti a Montecchio e tutte le Sezioni e i Gruppi presenti.

    Franco Munarini