Pubblicità negativa

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    Caro direttore chi le scrive è un semplice alpino, vorrei semplicemente porre alla sua attenzione un articolo pubblicato su L’Alpino di marzo a pagina 17, un’immagine del nostro cappello alpino affiancato a una marca di birra, consapevole che la pubblicità sia l’anima del commercio e che noi alpini, senza di essa non saremmo riconosciuti vorrei fare una piccola riflessione proprio su questa immagine, partendo dal presupposto che purtroppo “Alpino=vino=ubriaconi” ora come ora, ovviamente mettendoci anche la birra, si va a sottolineare questa peculiare caratteristica negativa del modo in cui si presenta un alpino. Mi piacerebbe molto che l’Ana, di cui faccio orgogliosamente parte, facesse attenzione e che avesse più riguardo per quanto riguarda il nostro cappello e la nostra missione, dal momento in cui un alpino aiuta, sempre e chiunque e non sicuramente in veste di ubriacone. Mi scuso per la riflessione e spero in una sua pubblicazione, non per una critica distruttiva ma per una costruttiva.

    Eros Pelizzari Gruppo Tavernole sul Mella, Sezione di Brescia

    Caro Eros, il problema di fondo è un altro: dobbiamo accettare o meno la pubblicità? Con i chiari di luna che ci troviamo, l’orientamento è quello di dare risposta affermativa. Io non penso comunque che sarà la birra a incentivare i luoghi comuni contro di noi, ma sarà il nostro comportamento sobrio, civile e ineccepibile a sfatare tutte le dicerie dell’immaginario collettivo.