Protezione civile e… dintorni

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    Avanti sì, ma con la dovuta cautela e la ponderata visione del nostro impegno civile. È questo un suggerimento forse superfluo ma non completamente inutile anche per chi, come l’alpino, è naturalmente dotato di sobrietà, modestia, concretezza e moderazione. Le luci e il clamore della ribalta non trovano mai presenti questi uomini perchè sempre in altre faccende affaccendati . Dicevamo non inutile perchè sospinti dai traguardi fin qui raggiunti si può scivolare nella ricerca di nuovi e non sempre pertinenti campi d’intervento, già validamente attivati da altre organizzazioni di volontariato.

    Il problema non è porre un limite al miglioramento e potenziamento del nostro operare, ma definire un doveroso, necessario e consapevole confine alle sempre crescenti richieste che ci pervengono. Dalle colonne del nostro periodico vogliamo parlare e scrivere di una realtà che non si trova più, e da molti anni, a metà strada fra il generoso dilettantismo e l’indispensabile professionalità. A questo punto sono entrati in azione uomini che hanno saputo lasciarsi alle spalle un operare che li vedeva scendere in campo ricchi di sano entusiasmo ma anche di giovanile improvvisazione.

    Oggi, a distanza di decenni, (due per la cronaca) è questa la forza e la capacità rigeneratrice degli alpini dall’intatto l’entusiasmo, arricchito e completato da un’efficiente organizzazione strutturale, capace di rispondere, in tempi rapidi e continui alla molteplicità e complessità delle emergenze del nostro Paese. E non solo. Mi è parso doveroso e anche opportuno scrivere su questa nostra realtà vitale e laboriosa, votata per formazione mentale e istintiva concretezza alla solidarietà sociale.

    Questi ragazzi che solo l’anagrafe definisce anziani, con una costanza mai venuta meno, un impegno responsabile sempre scevro da inutili protagonismi, sono stati capaci di costruire e conseguire obiettivi e risultati decisivi e prestigiosi in situazioni di emergenza. Sono riusciti a realizzare quegli automatismi indispensabili per conseguire un corretto ed economico impiego di forze e di mezzi, presupposti indispensabili per assicurare l’incolumità fisica del volontario.

    C’è da chiedersi: chi sono e da dove vengono questi uomini?Non da pianeti lontani, da terre sconosciute. Abitano alla porta accanto. Per qualsiasi emergenza c’è la commissione Nazionale di Protezione Civile articolata in gruppi specialistici. Nulla è lasciato al caso e all’improvvisazione. Le direttive d’impiego del CDN sono recepite dal Coordinatore Nazionale, da 3 consiglieri nazionali, dal C.C.I.O. e dai 5 coordinatori di raggruppamento.

    La commissione, per specifici e particolari interventi, si avvale di sottocommissioni: la sanitaria, le A.I.B. (antincendi boschivi), la U.C.S. (unità cinofile di soccorso), la subacquei, la rocciatori, la trasmissioni, l’informatica e il C.O.S.N.(centro operativo sede nazionale) con una squadra attiva 24 ore su 24, operativa in emergenza. Alle squadre sanitarie è affiancata una squadra veterinaria.

    I grandi eventi vedono i nostri alpini impegnati in una diversa e più complessa azione di sostegno alle popolazioni coinvolte in grandi raduni. Queste note sull’attuale organizzazione della Protezione Civile della nostra Associazione, vogliono sottolineare che l’operatività fin qui conseguita è sostenuta da una onesta, cosciente e consapevole certezza: siamo in grado di portare il nostro qualificato contributo di lavoro e di sostegno, non solo morale, ovunque una emergenza e/o calamità naturale si abbatta.

    Aurelio De Maria