Premiati a Montecampione i giornalisti della montagna

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    Non c’è bisogno di risiedere a Milano o a Roma per indire concorsi di spicco. Basta un paese come Artogne all’imbocco della Valcamonica, a pochi chilometri dal lago di Iseo, un sindaco determinato, la collaborazione del CAI e il gioco è fatto. E così, nel 2002, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Simone Quetti varò il progetto di un concorso giornalistico internazionale da tenersi a Montecampione. Cambiato il primo cittadino per fine mandato, il nuovo sindaco, Maddalena Lorenzetti, proseguì nell’iniziativa che vede la partecipazione di giornalisti, fotografi, cineoperatori e, non ultimi, scrittori in erba alle prime esperienze di montagna. Il tutto sotto la guida della signora Marisa Comensoli, che governa con abilità le giornate del convegno.

    Montecampione è la proiezione in montagna di Artogne: è un comprensorio sciistico a 1800 metri sorto dal nulla negli anni Settanta per offrire allo sciatore un complesso di piste per tutte le capacità. È supportato da un villaggio, 600 metri più in basso, fatto di case raccolte in piccoli agglomerati secondo uno stile che ricorda i paesi delle Alpi francesi. Il concorso si è svolto in due turni: il 10 febbraio 2007 riunione della commissione per la scelta dei lavori e il 17 marzo, premiazione.

    La commissione era formata da una decina di esperti tra i quali tre alpini nostri associati, il prof. Nicola Stivala, tenente di artiglieria da montagna, direttore della rivista della sezione Vallecamonica Noi dè la Valcamonica , il giornalista di Teleboario, Giacomo Pellegrinelli attivo nel coro della stessa sezione e chi scrive; presidente Rino Felappi, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Oltre settanta gli elaborati inviati da numerose testate, non tutte specializzate negli sport della montagna.

    Non ci sembra il caso di riassumere gli argomenti trattati su carta e in video; ci limitiamo a segnalarne alcuni. Dall’Asia Minore al Mediterraneo, il cammino evolutivo del castagno di Barbara Cilenti, (La Repubblica), che ci fa seguire la marcia all’ovest nei secoli di questa pianta, che fu, fino a due generazioni fa, fornitrice dell’alimento base del popolo minuto. Sulle ali di Angelo D’Arrigo di Franco Michieli, già alpino dell’ Aosta , (La Rivista della montagna), che ci fa vivere le emozioni di quel romantico sognatore che, con le sue ali di tela, seppe trasformarsi in un condor virtuale per seguire le evoluzioni del più grande uccello delle Ande; egli morì poco dopo l’intervista in un banale incidente aereo, lui, che aveva sorvolato l’Aconcagua con il deltaplano.

    Il forte di Bard , di Pietro Crivellaro, già tenente del Susa, (Il Sole 24 Ore), che ci racconta le vicende del forte, che ebbe il suo quarto d’ora di celebrità rallentando la discesa in Italia di Napoleone e che oggi è un moderno museo della storia della Valle d’Aosta. La galleria fotografica delle Tre Cime di Lavaredo , di Umberto Isman che ha fotografato la celebre triade dai quattro punti cardinali superando passaggi di quarto grado per giungere in postazione.

    Da ultimo i lavori dei giovani studenti, a volte ingenui ma sempre freschi e spontanei; tra essi citiamo Dario Sarchi, che ha riportato su Il Castellaccio le proprie esperienze di una salita all’Adamello, non dimenticando episodi che videro coinvolti, in leale contesa, alpini e kaiserjaeger. Alla premiazione, che ha visto la presenza di alcuni disabili che praticano lo sport della neve e ai quali era dedicata una sezione del premio, ha partecipato il presidente della sezione ANA Vallecamonica Ferruccio Minelli, che ha ricordato il contributo in guerra e in pace degli alpini camuni. Ha preceduto le premiazioni il convegno sul tema Oltre la neve. Sviluppo, sicurezza, sostenibilità; esperienze a confronto , presieduto dal giovane responsabile della rivista Meridiani Montagne Marco Ferrari, che ha rilevato come il clima abbia contribuito a modellare la storia dell’uomo mentre oggi è l’uomo che rimodella il clima, certamente non in chiave positiva.

    I conferenzieri: Luca Lombroso, giovane meteorologo, volto noto di una rubrica di RAI 3, sul clima e sulla neve dal passato al futuro; Luca Campana, ingegnere naturalista, sull’incidenza dell’innevamento artificiale sul territorio; Simon Critchell, francese, sul nuovissimo e pulito modo di sciare, lo snowkite, cioè l’uso del paracadute a tubi come mezzo di trascinamento; il nostro dr. Lucio Losapio sul progetto di dotare l’Ospedale da campo dell’ANA da lui diretto di un’unità mobile per la telemedicina satellitare montata su camper appositamente attrezzato.

    Un progetto avveniristico che consentirà a un’unità mobile di cinque elementi di alta specializzazione sanitaria e logistica di eseguire interventi immediati e mirati in situazioni di emergenza. Siamo i primi ad adottarlo in campo civile , ha detto infine Losapio. Il convegno di Montecampione si è concluso in modo stimolante per tutti: alcuni giurati si sono augurati che in futuro partecipi anche L’Alpino per la sezione Reportages fotografici , viste le belle immagini che ornano la quarta di copertina.

    Cesare Di Dato