PIACENZA A Carpaneto la 55 Festa Granda

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    Quest’anno è toccato al gruppo di Carpaneto organizzare la Festa Granda cioè l’adunata della sezione di Piacenza. Carpaneto, cittadina schierata ai margini dell’Appennino, ha dato tanti alpini al 3º rgt. nella seconda Guerra mondiale e ha rifornito i btg. Tolmezzo e Gemona dell’8º nel dopoguerra; alpini tosti, a detta del generale di Corpo d’Armata Gian Franco Zaro già comandante della 12ª compagnia giunto da Udine per incontrare i suoi soldati di allora. Così come i genieri della compagnia Pio pio Julia stretti al loro maresciallo Sancandi memori dei tempi passati alla Spaccamela di Udine.

    Cerimonia partecipata, con l’intervento di 20 vessilli sezionali, di 84 gagliardetti e, per l’ANA, del vice presidente vicario Gentili, del consigliere nazionale Formaggioni, del revisore dei conti Lumello e del nostro direttore. E ancora, il sindaco alpino Pierluigi Carminati, il presidente della Provincia Gian Luigi Boiardi, fiero di essere figlio di un alpino combattente che, con il comandante della polizia provinciale, Celestino Poggioli, ha illustrato a chi scrive l’organizzazione della Protezione Civile della Provincia nella quale gli alpini sono tra i più attivi.

    Al posto d’onore il Gonfalone di Piacenza decorato di Medaglia d’Oro al valor militare accompagnato dal sindaco Roberto Reggi; facevano corona 25 gonfaloni di altri Comuni con i loro sindaci. Tre le fanfare: quella della brigata Julia, quella di Valle dei Laghi di Trento e quella di Ponte dell’Olio, che giocava in casa. Due i cori: il Montenero e il Valnure, diretto da una singolare figura di sacerdote: don Gianrico Fornasari animato da un forte spirito alpino. Doveroso citare anche un terzo coro: quello di San Fermo e Rustico, patroni del borgo, che ha accompagnato la messa di domenica 10, celebrata dal cappellano della sezione don Stefano Garilli che aveva al fianco il parroco don Pietro Dacrema.

    Oggetto di profondo rispetto è stata la Bandiera della 5ª batteria del gruppo Aosta che, al completo di stemma sabaudo, sostenne la lotta che alpini e fanti della Divisione partigiana Garibaldi, comandata dal Colonnello di artiglieria alpina Ravnich condussero, senza rinunciare alle stellette, contro le forze germaniche dopo l’otto settembre in Jugoslavia. La Bandiera fu raccolta sul campo di battaglia dall’artigliere Gian Mario Perotti che, preso prigioniero dai tedeschi, la tagliò a strisce che ricucì in varie parti della divisa e la sottrasse a tutte le ispezioni nei lager prima tedeschi e poi sovietici. Rientrato in Patria Perotti ricompose il drappo e lo conservò in una teca nel proprio castelletto di Zena a un passo da Carpaneto.

    Nel 1995 egli è andato avanti, ma la Bandiera ha continuato a occupare il posto d’onore che le compete. In occasione di questa Festa Granda ha sfilato, protetta da un vetro, avendo come guardia d’onore il più anziano e il più giovane alpino della sezione. Abbiamo assistito a una valida cerimonia alpina: il presidente Bruno Plucani e il capogruppo Pino Brenni possono dirsi soddisfatti.

    L’alpino errante