Perdono per i crimini di guerra

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    Cent’anni fa stava per finire la Grande Guerra, oggi si festeggiano gli eroi e si commemorano i Caduti. Eroi e tanti, troppi, Caduti, sia militari sia civili, donne e uomini, spesso, loro malgrado, inconsapevoli. La guerra è una maledizione, porta lutti e distruzione, ma se a ciò aggiungiamo che a gestirla e comandarla c’erano una sovrabbondanza di incapaci e delinquenti allora diventa un crimine.

    C’è una storiografia ampia, dettagliata e critica, al di là di revisionismi e negazionismi vari, dove è chiaro che molti politici e generali e relative catene di comando, per soddisfare il proprio ego o, peggio, interesse, per ignoranza, incapacità, arroganza, capriccio, presunzione e corruzione hanno determinato una gran parte dell’eccidio. Certo non tutti, come è ovvio e per fortuna. Trovo stucchevole chiedere la condanna per questi criminali, sarebbe vile, visto che non possono più difendersi, così come sarebbe inutile, anche se, lo confesso, mi piacerebbe tanto, eliminare dalla toponomastica delle nostre città i loro nomi. Trovo però che sia un atto di pietas, nei confronti dei nostri Caduti. chiedere pubblicamente perdono per quei crimini. Ecco, mi piacerebbe che quegli eroi, le vittime, i reduci, i superstiti e i loro discendenti, a cent’anni da quella sciagura, fossero onorati non solo con Messe, ossari, cippi, monumenti e manifestazioni, certo necessari per non perdere la memoria, ma anche con una richiesta di perdono. Perdono incondizionato, pubblico e sincero, da parte di tutto il popolo italiano, per essere stati mandati a morire, spesso inutilmente, in modo disumano e quasi inermi. La ringrazio, le faccio i complimenti per la sua rivista e la saluto cordialmente.

    Giorgio M. Barlocco

    Il perdono che tu auspichi, caro Giorgio, sarebbe facilissimo da dire a parole. Ma rischierebbe anche di essere un atto ipocrita, soltanto di facciata. Perché fosse vero avrebbe bisogno di una coscienza politica interessata e motivata a farlo, ma anche di un’altrettanto condivisa coscienza critica degli italiani. Temo che alla politica e alla maggioranza dei cittadini di tutto questo non gliene importi nulla.