Per non dimenticare

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    Sintetizziamo la lettera che l’alpino Claudio Tubini ha fatto giungere al sig. Primo Toppi per la sua lettera da noi pubblicata a pagina 4 del numero di settembre. Ogni commento guasterebbe ma attestiamo con forza che anche noi dell’ANA non dimentichiamo i nostri Caduti, tutti i nostri Caduti. Di seguito, un’altra lettera sullo stesso argomento.

    Egregio signor Toppi,
    sono uno dei 110 che nell’agosto 2003 ha ripercorso a piedi la steppa russa dal Don a Nikolajewka, lungo il calvario dei nostri soldati nel gennaio ’43. Anziane donne russe ci hanno detto che fin dove è stato loro possibile hanno dato degna sepoltura ai nostri Caduti; sepoltura in fosse comuni nei luoghi dove il dovere li aveva portati. Betulle, ora molto grandi, furono piantate da quelle allora giovani donne su tali fosse, sconosciute ai più. Non potevano mettere croci. Anche noi, anch’io, abbiamo portato un fiore sulla tomba di suo padre, di mio zio, di mio cugino. Non li abbiamo dimenticati.

    Claudio Tubini Castel d’Azzano (VR)

    Credo che sarà sempre difficile comprendere le ragioni di una guerra, con il rischio che i soldati che la combattono siano dimenticati proprio perchè è dell’uomo dimenticare il brutto delle cose. Ma nella lettera al direttore de L’Alpino di luglio, Per non dimenticare , ho trovato la risposta. E io, che sono maestra elementare, parlerò dei nostri soldati ai miei bambini. Apprezzo molto l’opera che fate in memoria di quei soldati caduti lontano dall’Italia.

    Luciana Romanò Cardano al Campo (VA)

    Per gli alpini o­norare la memoria dei Caduti è diventato un dogma: anche il più isolato dei gruppi, anche i più giovani che non hanno conosciuto l’orrore della guerra, non mancano mai di ricordarli ad ogni occasione. E lei, moglie di alpino, sta facendo un’opera benemerita tra i suoi piccoli allievi.