Per il nostro futuro

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    La fine del mese di agosto determina, come ogni anno, la fine dell’esperienza dei campi scuola per i “nostri ragazzi”. Un progetto, quello proposto dal Dipartimento della Protezione Civile, giunto ormai al dodicesimo anno e che ha visto numeri costantemente in crescita e su cui l’Associazione Nazionale Alpini, per mezzo della sua Protezione Civile, crede in maniera ferma e determinata. Difficile raccontare ogni singolo campo scuola che la Protezione Civile Ana ha organizzato su quasi tutto il territorio nazionale. Sono stati infatti 19 i campi scuola che da giugno a fine agosto hanno coinvolto oltre 600 tra ragazze e ragazzi e un considerevole numero di volontari per garantire il corretto svolgimento del progetto “Anche io sono la Protezione Civile”.

    Numeri così importanti che richiederebbero pagine e pagine dedicate al racconto di aneddoti, esperienze particolari, emozioni, immagini da consegnare al ricordo. L’esperienza nei campi scuola comincia con un timido approccio che ben presto si trasforma in stima ed amicizia; i ragazzi apprezzano lo spirito di servizio proprio della grande famiglia alpina perché mostra loro come si possa riporre nel cassetto per qualche ora il cellulare (ritirati il primo giorno e riconsegnati per qualche ora la sera) e godersi la compagnia di chi ci sta attorno imparando a fare del bene e ad aiutare gli altri, vestendo magari un giorno la divisa del volontario o il cappello alpino.

    Sono giorni di vita pieni di entusiasmo, di esperienze da vivere, di condivisione e regole da rispettare, uno stile di vita quasi impensabile al giorno d’oggi, insomma un piccolo “miracolo” degli uomini con la penna! L’aspetto da sottolineare è senz’altro la grande attenzione che l’Associazione Nazionale Alpini ha da sempre nei confronti dei giovani perché rappresentano il nostro domani e il nostro futuro; un’occasione, seppur breve, per piantare un seme che se crescerà, farà di questi ragazzi dei cittadini responsabili e delle persone che ameranno il loro Paese e s’impegneranno affinché sia sempre il posto migliore in cui vivere.

    Nel campo di Teramo, l’ultimo giorno, dopo il pranzo conclusivo tra volontari, ragazzi e famigliari, qualcuno varcando il cancello della sede del Gruppo alpini, ha esclamato: «È finita!». A me, personalmente, è tornato in mente l’ultimo giorno di naja, la naja quella vera, che maledicevi il primo giorno ma che rimpiangevi l’ultimo, quando con valigia e borsone lasciavi la tua caserma che era diventata la tua casa e i tuoi compagni che erano ormai come fratelli. Con il groppo in gola ho ricordato un anno duro, ma che rivivrei subito e che considero un privilegio.

    I giovani hanno lasciato i campi, alcuni con qualche lacrima, tutti con la stessa promessa: «Ci vediamo l’anno prossimo ». Alpini e volontari della Protezione Civile Ana saranno di nuovo a disposizione della parte più giovane del nostro Paese per insegnare, con l’esempio, il rispetto degli altri e delle regole, per tramandare i valori delle persone perbene, per ricordare a tutti come gli alpini abbiano sempre fatto e faranno sempre il loro dovere di italiani.

    Stefano Meroni