Passato e presente

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    Leggendo il numero di luglio a pagina 10, è riportato il disegno di Novello, raffigurante un alpino che piantona la bandiera esposta alla finestra della sede in galleria Vittorio Emanuele minacciata da un corteo di dimostranti. Immerso nella lettura arrivo a pagina 48 e chi ti vedo? Il Presidente emerito Parazzini fiero nel saluto con la mano alla tesa, istintivamente ho un flashback mnemonico e lo rivedo, nel 2015, altrettanto fiero sul balcone adornato con il Tricolore nonostante fosse stato fatto segno ad un nutrito lancio di uova da parte di un altro corteo di dimostranti (se si possono chiamare così). Questa similarità fa riflettere sul passato e sul presente, non parliamo del futuro. Quando dicesi la storia si ripete.

    Matteo Temesio, Imperia

    Ci sono due categorie di persone che non amano il Tricolore. Quelli che lo fanno per presunte ragioni ideologiche. Si mettono addosso i panni degli idealisti che sognano altri mondi, realizzabili solo nella loro mente. Personalmente li ritengo degli sfaccendati. Sono i primi a godere dei benefici che garantisce loro il Paese, ma hanno bisogno di sentirsi vivi facendo la guerra, giusto per nascondere il fatto che sono dei perditempo, con la schiena dritta. La seconda categoria è più nascosta e più diffusa. Ed è quella degli indifferenti, che sono in forte crescita. Sono i figli di un narcisismo diffuso, per cui tutto è dovuto senza che si senta il benché minimo sentimento di appartenenza ad una realtà di cui siamo responsabili e non soltanto “mungitori”.