Passa la Bandiera del 2 Alpini

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    È arrivata a Cuneo il venerdì: la festa stava ormai dilagando per tutta la città e la folla, sempre più fitta, si accalcava per le vie centrali nell’intento di assicurarsi un piccolo posto vicino alle transenne da cui godersi lo spettacolo. Sono da poco passate le 18.30. C’era molta attesa per quello che è da tempo unanimemente considerato per la Granda uno degli eventi più importanti della sua storia.

    Finalmente, intorno alle 19, dopo gli onori iniziali in una piazza Galimberti ancora ben illuminata dal sole, il corteo che accompagnava la Bandiera di guerra del 2º reggimento Alpini comandato dal colonnello Mario Giacobbi si è mosso lungo l’asse che divide la città, fino al Municipio, dove verrà custodita fino a domenica mattina. È un momento di grande solennità: gli alpini in armi scortano uno dei due simboli più significativi di questa grande 80ª Adunata nazionale, preceduti dalla Fanfara della Brigata Alpina Taurinense e seguiti dal Labaro con le sue 213 medaglie d’Oro, di cui 207 al Valor Militare.

    Seguono infine i Gonfaloni di Cuneo, Alba e Boves decorati di medaglia d’Oro, il Gonfalone della Provincia e quello della Regione e poi i Gonfaloni di decine di comuni del territorio piemontese la cui storia è un tutt’uno con quella degli alpini, delle due guerre e della Resistenza. La storia del 2º Reggimento, fondamentale unità di fanteria leggera dell’Esercito costituito nel 1882 nel Comune di Bra, si intreccia infatti strettamente con quella della Divisione Cuneense, a cui è dedicata la grande manifestazione alpina 2007: nell’inverno del 1942 43, durante il secondo conflitto mondiale, il 2º Reggimento venne schierato insieme alla Cuneense, sul fronte russo; qui si distinse a Novo Kalitwa e a Rossosch, e successivamente ad Annowka, Popowka e Novo Postojalowka, dove purtroppo il valore dei suoi alpini non fu sufficiente a fermare l’offensiva nemica e a salvare il Corpo d’Armata alpino, che venne tragicamente decimato.

    Cuneo, provincia alpina per eccellenza, conserva ancora oggi con forte sensibilità la memoria delle drammatiche vicende che hanno segnato verso la metà del secolo scorso molti giovani e molte famiglie del Cuneese. Ora il ricordo di quanti della Cuneense non sono tornati e la fierezza sembrano rivivere sui volti degli alpini che inquadrati percorrono le vie del centro. Anche chi alpino non è, o non è stato, non può fare a meno di lasciarsi coinvolgere.

    Un papà, che premurosamente tiene per mano la sua bimba di quattro o cinque anni, profondamente colpito, commenta con un amico: È impressionante vedere alpini non più giovani con una simile passione; mi sorprende non tanto la quantità di alpini ma soprattutto il fatto che queste persone abbiano uno slancio e un entusiasmo che perdurano anno dopo anno… Non ho mai visto Cuneo così! . E in effetti, nonostante non manchino, anche nel capoluogo manifestazioni che esercitano un certo richiamo, a buon diritto si può affermare che quest’anno, dopo 36 anni, Cuneo ha vissuto una tre giorni davvero emozionante ed unica.

    Laura Parizia