Parliamone: il dibattito aperto

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    Al recente convegno itinerante della stampa alpina di Conegliano abbiamo discusso due giorni sul tema del rapporto e del giusto equilibrio tra informazione e formazione nei giornali dell’ANA. Intervenendo alla tribuna chi scrive ha voluto sottolineare due punti essenziali: come sostiene l’alpino don Bruno Fasani (vedi L’Alpino di marzo 2010, pag. 3) oggi l’informazione in Italia non sta bene , è troppo spesso sopra le righe per sparare più che per informare, ma in sostanza è lo specchio di una deriva morale che attanaglia il Paese; la nostra stampa alpina, che non è allineata su tale posizione, può e deve occuparsi di informazione e formazione associativa, ma per farlo ci vuole quell’autorevolezza di giudizio che discende solo dalla piena coscienza e conoscenza che ciascuno di noi deve possedere circa la sua appartenenza ad un’Associazione ricca di una storia fatta di tanti valori intangibili.

    Visto il clima generale, che invelenisce palazzo e società civile quasi in corrispondenza reciproca, la strada da intraprendere non è delle più facili, ma va imboccata se non si vuole che la stampa alpina si adagi sui comodi guanciali dell’autoreferenzialità e del come siamo bravi noi alpini . Attenzione, allora, a ripetere lo stanco ritornello dei valori . Quali valori?Li conosciamo bene, sappiamo quali sono, siamo in grado di declinarli con esattezza?Inoltre siamo bene edotti sulla storia degli alpini e dell’ANA, abbiamo presente statuto, regolamento, diritti e doveri?

    Obiezione: Poche chiacchiere, noi alpini siamo abituati ad agire per il bene della comunità, poche parole e tanti fatti . Certo, ma non basta fare e fare bene, come è il caso, ad esempio, della nostra Protezione civile che di certo non prende lezioni da alcuno! Più difficile è saper intervenire sui complessi meccanismi del vivere civile per cercare di modificarli in meglio secondo il modello di società che noi alpini portiamo avanti sulla base dei succitati valori che non scadono mai.

    Fatto il tagliando al nostro essere alpini dell’ANA, elaborata la Parliamone: il dibattito è aperto maggior condivisione interna possibile nel rispetto delle opinioni di ciascuno, allora la stampa alpina avrà tutte le carte in regola per seminare germi di formazione intervenendo a pieno titolo sui grandi temi della vita comunitaria.

    Lo potremo fare avendo dalla nostra: conoscenza, competenza, autorevolezza che ci potranno sostenere nel confronto delle idee poche e confuse, oggi in Italia circolanti in questo Paese. Lo dobbiamo fare soprattutto cercando in tal modo di parlare ai giovani per riempire quella distanza generazionale che, talvolta, ci lascia sconcertati quando, di fronte ad un delitto da loro commesso o ad un comportamento incivile (le cronache quotidiane ne sono purtroppo piene), ci sentiamo dire: Lo abbiamo fatto per combattere la noia .

    Apriamolo allora questo grande dibattito, dentro e fuori l’ANA, consapevoli che anche in questo modo si è bravi italiani e costruttori di cittadinanza attiva e responsabile. Apriamolo questo dibattito L’Alpino di Vittorio Brunello in qualche modo lo ha preannunciato a Conegliano e testate come questa non si tireranno indietro, ma si impegneranno a fondo per l’ambizioso obiettivo.

    Se non temessimo di apparire quelli che non vorremmo essere, ovvero imputabili di quell’autoreferenzialità di cui sopra, ci verrebbe da concludere: Date più spazio ai giovani nei Gruppi e nelle Sezioni, investiteli di responsabilità e motivateli aiutandoli con discrezione nel loro processo di crescita. Favorite con forza sia il progetto del Pianeta Difesa che l’arruolamento dei nostri giovani nelle Truppe alpine.

    Magari, così facendo, sentiremo parlare sempre meno di noia’: noi, qui nell’ANA e nella nostra Protezione civile, non sappiamo nemmeno che cosa sia la noia! . Detto ciò, l’interrogativo del titolo può trasformarsi in affermazione: l’una non esclude l’altro, è tutta questione di contenuti da saper gestire con oculatezza. A tutti i livelli associativi. E il dibattito è più aperto che mai: si accettano suggerimenti e critiche.

    Dino Bridda

    Pubblicato sul numero di maggio 2010 de L’Alpino.