Paese che vai, alpino che trovi…

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    È un fatto che capita spesso: ti trovi in un posto nuovo e ti accorgi che, pur non essendotelo minimamente aspettato e pur essendo altamente improbabile, un alpino lo trovi sempre. A Caprera, in occasione della visita organizzata dalla sezione Sardegna per il 2 Giugno, è successo di nuovo. Salendo verso il complesso garibaldino, un signore con barba e capelli candidi su un volto decisamente abbronzato e segnato dal tempo, con occhi di un azzurro luminosissimo, sentendo il mio nome mi si avvicina e mi chiede se, per caso, sono valtellinese.

     

    A vederlo pareva il prototipo dell’uomo di mare anche se indossa con assoluta naturalezza un vecchio cappello alpino. Alla mia risposta affermativa ci mettiamo a chiacchierare e veniamo a scoprire che, da ragazzo, andava a sciare con il cugino di mio padre. Mi parla di montagne, di sciate pionieristiche e scivola, poi, verso il racconto di una Milano dell’immediato dopoguerra, distrutta dai bombardamenti ma piena di fermento e di speranze. Gli chiedo della guerra: Divisione Monterosa, battaglione Tirano, mi risponde.

    Ma non vuole parlare di quel periodo e torna a raccontare della sua giovinezza, delle auto sportive che via via ha collezionato, delle sue barche, dell’amore per la montagna, per lo sport e per il mare che lo ha portato a trasferirsi a La Maddalena, anche se, nonostante gli anni, confessa di vivere a cavallo tra Milano, Ginevra e La Maddalena appunto. Il racconto è lungo e intenso, interrotto, di tanto in tanto, dai saluti di quanti lo incontrano. Noto stima e deferenza e mi accorgo che tutti, gli si rivolgono con il titolo di “Commodoro”.

    Per evitare brutte figure consulto immediatamente internet e scopro che il titolo di Commodoro, nella marina diportistica, indica “il comandante dei comandanti”, una sorta di autorità morale su tutte le barche a vela del mediterraneo e, scherzo del destino, questa autorità è un alpino. Ma non basta.

    Luigi Carpaneda, questo il suo nome, oltre ad essere un famoso architetto e ingegnere che ha costruito a Milano e in una buona metà del globo, ha pure vinto qualche campionato del mondo di vela, ha partecipato a 3 o 4 America’s Cup e a tre olimpiadi, nel fioretto a squadre, portandosi a casa due Medaglie d’Oro ed una d’Argento. Da ultimo è stato presidente onorario del team di Mascalzone Latino ed oggi è il presidente onorario dello Yacht club di Porto Rotondo nonché, appunto, Commodoro. Che dire: paese che vai, alpino che trovi… e che alpino!

    Cesare Lavizzari