Ottobre 2005 ANNO LXXXIV N 9

    0
    56

    Sembra il costone della montagna, invece è il fronte d’una enorme una frana. E’ lì da 87 anni ed è la tomba di settanta soldati italiani, uccisi da una mina austriaca esplosa nel ventre della selletta che divideva le due trincee, sul Pasubio. Con la mina austriaca esplose anche la mina che il genio italiano stava per far saltare: l’effetto fu ancora più devastante. Era il 13 marzo 1918. Il comando dell’esercito imperiale stava lanciando la sua offensiva che avrebbe dovuto sfondare le linee e portare a Venezia. Questa frana sotto la quale riposano per sempre tanti giovani non è certo l’unico segno della guerra che sconvolse l’altopiano. Tutto il Pasubio è una testimonianza silenziosa e solenne del martirio di migliaia di vite. Quest’anno il pellegrinaggio è stato nazionale e solenne, con la presenza del Labaro, testimonianza di tanto valore e di tanto sacrificio. E c’erano migliaia di alpini che sono saliti fino alla chiesetta dedicata ai Caduti. Ci vogliono questi momenti per convincerci a credere in noi stessi , ha detto il nostro presidente Perona. (Foto di Mariolina Cattaneo).