Non è mai troppo tardi

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    Si potrebbe credere che vista un’Adunata nazionale degli alpini si sono viste tutte, ma così non è. Ogni anno si tratta di un richiamo collettivo che raduna generazioni di alpini sempre più “veci” e sempre meno “bocia”, ma con lo stesso spirito goliardico ed allo stesso tempo pieno di quella umanità solidale di sempre, che contraddistingue stranamente questo Corpo rispetto ad altri.

    Quest’anno all’Adunata piacentina, alla quale ho partecipato assieme a mio marito alpino, ho potuto apprezzare la compagnia dell’ormai novantenne alpino William, che assieme ad altri iscritti al neo gruppo di Anzola dell’Emilia, per la prima volta assisteva sul campo ad un’Adunata nazionale. Naturalmente non ha certo voluto parteciparvi quale semplice spettatore e così anche lui, dopo avere in mia compagnia raggiunto l’affollatissimo settore emiliano romagnolo si è messo in attesa per la sfilata. Nonostante tante adunate alle quali ho assistito questa è stata speciale. Ho visto i “giovani” ascoltare i racconti di guerra di questo reduce internato in campo di concentramento nazista alternati a battute spiritose alla stregua di quei più giovani alpini. Poi il grande fiume umano si mette in moto. Ed ecco che i gruppi emiliano romagnoli sono già inquadrati e i compagni anzolesi ai quali William si unisce, gomito a gomito con l’ultimo iscritto classe 1974. Quando a sera ci congediamo augurandoci la buona notte ci ringrazia, anche se in verità chi effettivamente ci ha regalato una bella giornata è stato proprio lui.

    Nadia Negri

    L’abbiamo visto tutti William e ci ha commosso, perché alcuni gesti parlano da soli più delle parole.